di Ferdinando Imposimato [
17/04/2013]
Lo
scenario che si profila all'orizzonte e' drammatico. L'assenza di una
prospettiva di soluzione della crisi sempre piu' grave e' uno spettro
che diventa piu' concreto e terribile. Ma davvero non si puo' tentare
una via di uscita? Credo che una possibilita' di uscire dalla paralisi
ci sia, secondo le regole della Carta. Il Presidente della Repubblica ha
il dovere di sperimentare, fin da subito, una soluzione concreta
ponendo il Parlamento davanti alle sue responsabilita'. Il Capo dello
Stato dovrebbe rimandare a casa un Governo che non esiste, quello di
Monti, e affidare ad un esponente della maggioranza relativa, che non
sia l'incapace e incerto Pierluigi Bersani, l'incarico di formare il
governo, anche monocolore, che persegua alcuni precisi obiettivi
condivisi dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Non ha importanza
che il nuovo governo abbia garantita la maggioranza alla Camera e non al
Senato. Il Presidente del Consiglio incaricato dovrebbe chiedere la
fiducia prima alla Camera e poi al Senato, presentando un programma
preciso e non evanescente, come e' avvenuto finora, con i seguenti
obiettivi ineludibili.
a) Eliminazione delle spese elettorali,
una piaga nazionale che sta svuotando le esangui casse dello Stato,
mentre alcuni cittadini senza garanzie sono stati costretti a togliersi
la vita per difendere la loro dignita'. Si tenga presente che, come ha
ricordato il Fatto quotidiano, il partito estinto Italia dei Valori si
trova a essere titolare di 16 milioni di euro, pari a 32 miliardi di
lire, che potrebbero sparire. E' inaccettabile che ci sia chi, come
Antonio Di Pietro, vuole tenere in vita quel pseudopartito, grazie a
quei soldi, e altri che invece intendono rottamarlo per costruirne uno
nuovo, tenendo ugualmente i soldi. Quelle somme vanno restituite allo
Stato, ai disoccupati, ai senza casa e alle piccole e medie imprese. Lo
stesso problema si pone per il movimento Rivoluzione civile che, pure
sconfitto, per una assurda legge vigente ha diritto a 750.000 euro, un
miliardo e mezzo, con qualcuno che mira a impadronirsi di quei soldi
della collettivita'! Altri sconfitti che hanno milioni di euro che
appartengono ai cittadini.
b) Altra fonte di recupero delle risorse
da destinare al finanziamento del lavoro e delle piccole e medie
imprese dovrebbe venire dalla riduzione delle indennita' dei parlamentari,
omologandole a quelle degli altri paesi europei, cioe' riducendole del
75%, senza il trucco stantio di ricorrere a una commissione di venduti
che dicono che i compensi sono uguali.
c) Terzo obiettivo dovrebbe essere la riduzione consistente delle spese senza controllo del Senato, della Camera e del Quirinale,
da stabilire per legge ordinaria, come e' possibile fare in base alla
Costituzione. Smettendola con gli aumenti smisurati delle indennita'
sotto o sopra banco, che hanno portato oneri ingenti a carico della
collettivita'. Lo stesso dovrebbe avvenire per le spese regionali e
provinciali. Secondo i bilanci ufficiali, nel 2011 la spesa complessiva
della macchina del Quirinale e' stata di 228 milioni di euro, pari alla
bellezza di 624 mila euro al giorno. Somma che appare di molto superiore
all'Eliseo, a Buckingam Palace, alla presidenza federale tedesca e alla
Casa Bianca (dati tratti dal libro di Raffaella Rosa “Elettori allo
sbaraglio”, edizioni Koine'). La spesa annuale per Montecitorio e' stata
di 992.800.000, quella del Senato di 602.000.000, sempre per il solo
2011.
d) Sul piano dell'economia, occorre combattere il liberismo e l'anarchia economica della
societa' capitalistica dovuta alla concentrazione del capitale privato
nelle mani di poche persone. Che, perseguendo il profitto come unico
obiettivo, hanno prodotto una crescente distruzione del lavoro e dei
diritti dei lavoratori, oltre a un enorme esercito di disoccupati.
Mentre hanno privilegiato in modo abnorme finanzieri, politici e
affaristi i cui interessi sono interdipendenti e guidati dal piu'
spregevole machiavellismo. Non possiamo piu' accettare che, con la
complice inerzia del governo, continuino a esistere uomini - politici,
funzionari o alti dirigenti - che ricevono compensi in beni e servizi
molto maggiori di quelli ricevuti da altri uomini che lavorano. Questo
fenomeno e' il cancro della nostra economia e il nuovo governo dovrebbe
lavorare in sinergia con altre forze sane per estirparlo, per
recuperare risorse preziose da mettere a disposizione dei meno abbienti.
Il lavoro e' la risorsa piu' grande del nostro popolo e la sua tutela
interessa tutti, lavoratori e non.
Compito della Repubblica e' non
solo promuovere le condizioni per rendere effettivo questo diritto, ma
fare in modo che ogni lavoratore abbia una retribuzione che lo liberi
dal bisogno e gli consenta di dedicarsi al proprio miglioramento
spirituale, per esercitare in modo responsabile i propri diritti
politici. L'articolo 3 della Costituzione stabilisce che «la Repubblica
rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di
fatto la liberta' e l'eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della
persone umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del paese».
e) Occorre promuovere una economia orientata verso il perseguimento di obiettivi sociali,
tra cui i diritti al lavoro dignitoso per tutti, alla casa e
all'istruzione pubblica libera, cardine dello sviluppo. La proposta e'
semplice: i mezzi di produzione dei beni primari devono essere
utilizzati in maniera pianificata, adeguando la produzione ai bisogni
della collettivita', evitando lo sperpero di energie, garantendo
l'occupazione a tutti coloro che siano in grado di lavorare e
valorizzando i piu' meritevoli. L'economia pianificata deve coesistere
con la libera iniziativa privata, la quale non deve porsi in contrasto
con l'utilita' sociale o recare danno alla sicurezza, alla liberta' e
alla dignita' umana. Si tratta di un obiettivo fondamentale della
Costituzione, secondo cui «la legge determina i programmi e i controlli
opportuni perche' l'attivita' economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata ai fini sociali» (articolo 41).
f) Altro punto e' la lotta alla corruzione e al crimine organizzato,
che sono i principali nemici della democrazia e della giustizia
sociale. Essi vanno combattuti con ogni mezzo a partire da leggi
ispirate al bene comune. E da uomini che abbiano servito e non tradito
la legalita' repubblicana. La lotta alla evasione fiscale deve fare
parte integrante del programma, anche con la tassazione del 30% dei
capitali scudati in Italia e, per quanto riguarda i capitali che sono
all'estero, occorre raggiungere un accordo con la Svizzera per la
tassazione per almeno il 40% di quei capitali.
Molti - troppi -
dirompenti episodi di corruzione o di sperpero di denaro pubblico sono
emersi in questi ultimi tempi, grazie alla magistratura ordinaria e
contabile, a dimostrare come l'autonomia sia stata intesa come mezzo per
affermare e sostenere i propri interessi personali, non coincidenti con
quelli della collettivita', gia' stremata da una profonda crisi
economica e quindi ancora piu' sconcertata ed indignata di fronte alla
inadeguatezza del quadro politico ad apportare in maniera decisa gli
indispensabili cambiamenti moralizzatori nella legislazione nazionale e
regionale.
Il fenomeno della galassia delle societa' private
regionalizzate e' - come risulta nella Relazione della Corte dei Conti
sulla gestione finanziaria delle Regioni, negli esercizi 2010-2011 - un
fenomeno di dilagante gravita' e di cattiva gestione a cui si dovra'
trovare rimedio. Cio' e' tanto piu' impellente alla luce delle numerose
indagini della magistratura
g) Altra priorita' e' la moralizzazione dei partiti e la loro trasformazione da covi di interessi personali e familiari, infiltrati da mafia, camorra e ‘ndrangheta, a strumenti di democrazia.
Sono urgenti regole vincolanti di partecipazione interna, controlli per
il loro funzionamento, la possibilita' di accesso a tutti i cittadini
che vogliano farne parte senza preclusioni e senza discriminazioni,
salvo quelle di ordine giuridico, politico e morale; programmi definiti,
bilanci trasparenti, divieto ai partiti-persona, regole per
l'ammissione e l'esclusione dei nuovi iscritti, misure disciplinari nei
confronti di coloro che violino tali regole, organi abilitati ad
erogarle.
La legge sui partiti deve prevenire, con regole chiare ed
applicate, i fenomeni ricorrenti di degenerazione dei partiti, della
cooptazione e del ricorso sistematico ai vecchi sistemi del tesseramento
selvaggio.
Il nuovo governo dovrebbe contrastare le riforme
presidenzialiste della Costituzione e quelle della Giustizia volute dal
Popolo delle Liberta' per salvare un governante imputato di gravi
delitti contro la pubblica amministrazione e la corretta gestione del
bene comune.
h) Altro obiettivo urgente e' l'approvazione di una legge che sottoponga alla imposizione fiscale il patrimonio commerciale, turistico, scolastico e in generale che produce reddito (come affitti, etc.) del Vaticano,
tranne quello che riguarda le Chiese, in base agli articoli 3 e 53
della Costituzione, in cui si afferma che «tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita'
contributiva».
Si tratta di un patrimonio enorme, che cresce sempre
di piu' per via delle donazioni in favore della Chiesa, sottratto a
qualunque tassa o imposta. Da notare che l'articolo 53 parla di “tutti”,
senza fare riferimento alla parola “cittadini”. Si tratta di recuperare
risorse per centinaia di milioni di euro ogni anno.
Un governo costruito sulla base di questo programma, fatto di
cose concrete e immediate, volute dalla stragrande maggioranza dei cittadini e che non richiedono nuove risorse, potrebbe misurarsi anche con un
Parlamento frantumato, e costringere la maggioranza a dare la fiducia,
sotto la pressione della pubblica opinione stremata dalla paralisi e
dall'inerzia di chi non ha la percezione della tragedia di tanti
lavoratori e imprenditori.