[8/10/2013] di Ferdinando Imposimato
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, immobile e confuso nelle
riforme per l'eguaglianza sociale e la tutela dei lavoratori e dei
giovani, le sole che interessano i cittadini, sostiene con l'enfasi di
un vincitore che «il ventennio di Berlusconi è finito» per « merito
della ribellione dei suoi seguaci guidati da Angelino Alfano».
L'effetto immediato di questo elogio immeritato è stato la crescita di 5
punti dei consensi per Angelino Alfano , uno dei principali
responsabili della crisi in cui l'Italia è precipitata. In realtà
Alfano è il primo e più abile alleato di colui che Philip Ridet ,
giornalista di Le Monde, definisce , nel suo libro “L'Italie , Rome et
moi Le Monde del 4 ottobre 2013”, “imprevedibile, fuori legge,
ridicolo, patetico....”, con “ una sete di potere senza fine e
problemi giudiziari, una debolezza per le puttane, un conflitto di
interessi permanente , che sono una fonte di lavoro per giornalisti di
tutto il mondo” . Tutto questo il presidente del Consiglio Letta lo ha
dimenticato, ignorando un fatto indiscutibile : il
ventennio berlusconiano è per ora cessato, - ma non è detto che lo sia
definitivamente-, solo ed esclusivamente per il coraggio e la
determinazione della magistratura italiana. Decisioni dei giudici di
Milano e dei magistrati della sezione feriale della cassazione che ha
emesso la sentenza del 1 agosto 2013 hanno dato ampia e convincente
motivazione delle responsabilità del pregiudicato. Tali giudici hanno
applicato il principio che la legge è uguale per tutti , anche contro
chi aveva ingiustamente goduto della impunità per un ventennio, grazie
alla sterile e subalterna opposizione del PDS prima e del PD dopo, che
hanno dovuto bilanciare in questo modo le inerzie a favore dei propri
corrotti. Ed anzi i magistrati , subito dopo la sentenza, sono stati e
sono aggrediti, vilipesi, oltraggiati e mortificati senza che il
Presidente della Repubblica abbia mai speso una sola parola in difesa
della Magistratura, richiamando il cavaliere e i suoi seguaci al
rispetto dell'art 54 della Costituzione. Egli ha tollerato che il
Cavaliere dilagasse ogni giorno per protestare la sua inesistente
innocenza, sostenuta con arroganza nelle TV pubbliche e private, contro
ogni evidenza probatoria. In tal modo l'ex premier ha condizionato una
parte consistente della pubblica opinione, che crede, contro la
verità, che egli sia una vittima di una giustizia di parte. Siamo
bombardati dalle accuse ai giudici da parte del condannato, che si
permette di dire che la sentenza che gli ha inflitto 4 anni é «basata
sul nulla», senza che nessuno lo contraddica , richiamando le prove
straripanti. Egli può fare questo, a differenza di tanti processati
innocenti, solo per il suo persistente vergognoso controllo di tutte le
TV, che manterrà nonostante la decadenza da parte del Senato , e, tra
non molto, la interdizione dai pubblici uffici. Neppure i soloni della
manifestazione del 12 ottobre, alla quale l'ANPI nazionale ha deciso
di non aderire , hanno speso una sola parola sul conflitto di
interessi non risolto che affligge Silvio Berlusconi e i suoi
cortigiani, e su questa perdurante vergogna mediatica , esondata dal
vilipendio quotidiano alla magistratura a quello della Giunta del
Senato, nel silenzio delle massime cariche dello Stato.
Enrico Letta ha dimenticato, noi no,
che il vicepresidente Alfano, quale Ministro della Giustizia, aveva
proposto, e il Governo Berlusconi IV aveva approvato, il 26 giugno 2008,
una legge - il cosiddetto lodo Alfano- che era incostituzionale, era
già stata proposta da Schifani e sarebbe stata bocciata dalla Corte
Costituzionale. Essa prevedeva la sospensione dei processi penali
fino al termine della legislatura, «con l'obiettivo di tutelare
l'esigenza assoluta della continuità e regolarità dell'esercizio delle
più alte funzioni pubbliche». Era una legge ad personam che serviva a
bloccare indefinitamente i processi contro Silvio Berlusconi ,
accusato non di reati politici ma di delitti comuni gravi contro la
pubblica amministrazione e contro la morale . Sarebbero stati sospesi
indefinitamente i processi di Milano per concussione e evasione fiscale
per 600 miliardi di lire e quelli di Napoli per corruzione di uomini
politici . Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che oggi appare,
senza esserlo, l'artefice, con Alfano, della caduta del Cavaliere,
anziché richiamare, nel 2008, il Governo al rispetto della Costituzione
, in realtà promulgò quel lodo illegittimo ,
mentre esso sarebbe stato bollato di incostituzionalità dalla
Consulta. Il Presidente affidò a una nota le ragioni, ritenute
errate dalla Corte, che lo avevano spinto a promulgare la legge ad
personam . Oggi è semplicemente assurdo e contrario alla verità avallare acriticamente, come fa Repubblica,
la tesi di un Enrico Letta vincitore per via di un Berlusconi
caduto per la ribellione dei suoi seguaci e la resistenza del Presidente
della Repubblica. I seguaci hanno cambiato atteggiamento perché hanno
annusato che il vento non spirava a favore del Cavaliere. Senza
dimenticare che Letta continua a governare con i seguaci di chi ,
complice il Colle, vuole stravolgere la Costituzione, senza che nessuno
sappia e capisca niente. Né fanno capire niente i soloni del 12 ottobre 2013, che parlano di difesa della Costituzione, ma dimenticano
sistematicamente la mancata soluzione del conflitto di interessi e il
pericolo di una nuova vittoria dell'ex premier . Eppure
questo uomo continua a essere parte occulta ma concreata del Governo
Letta e a guidare i suoi uomini, con la ignoranza dei cittadini,
nello stravolgimento della Costituzione sia per quanto
riguarda i maggiori poteri al Capo del Governo sia per ciò che concerne
l'attacco alla magistratura . In questo appare assurdo il sostegno del
Presidente Napolitano allo stravolgimento della Carta identico a quello
che venne attuato da Berlusconi nel 2003 e bocciato nel 2006. Disse
Napolitano « noi ci eravamo buttati in un'avventura nel rafforzare i poteri del primo ministro? » E aggiunse « quale è la cultura costituzionale omogenea che
sta dietro il disegno di legge (Berlusconi nda) approvato dal
parlamento e credo che c'é qualche difficoltà a vederla» E concluse «Non sarà facile la battaglia per il rigetto della riforma costituzionale del centro destra
» ( GNapolitano 25 novembre 2004 ass ex parlament ) . Se questa è la
verità, non si può riconoscere alcun merito né a Enrico Letta, né ad
Alfano né al Presidente della Repubblica. Silvio Berlusconi è
ancora presente sulla scena politica e condiziona pesantemente le
scelte del Governo nelle riforme costituzionali illegittime che saranno
adottate in violazione dell'art 138, cambiato contro le regole della Carta, da saggi alcuni dei quali non proprio illibati.