venerdì 27 dicembre 2013

Confindustria denunzia il fatto delle 40.000 pubbliche-private

[27/12/2013] di Ferdinando Imposimato

Il Governo è inerte di fronte allo scandalo delle società pubbliche che gestiscono soldi della collettività. Confindustria denunzia il fatto delle 40.000 pubbliche-private che costano alla collettività  23 miliardi di euro l'anno pari a 46mila miliardi di lire. Sono miliardi che potrebbero andare ai lavoratori , ai giovani, ai pensionati e ai senza tetto. Invece sono carrozzoni clientelari  privi di ogni controllo  che distruggono le piccole imprese private prive di aiuti statali. Un esempio sono le FFSS che costano miliardi di euro a spese dei cittadini.  Molti - troppi - dirompenti episodi di corruzione o di sperpero di denaro pubblico sono emersi in questi ultimi anni, grazie alla magistratura ordinaria e contabile, a dimostrare come l'autonomia sia stata intesa come mezzo per affermare e sostenere i propri interessi , non coincidenti con quelli della collettività, già stremata da una profonda crisi economica  La galassia delle società private regionalizzate è stata denunziata dalla  Corte dei Conti  nel 2012, come  un fenomeno di dilagante gravità e di cattiva gestione a cui si dovrà trovare rimedio. Ciò sarebbe stato  tanto più impellente dopo le numerose indagini della magistratura ordinaria e contabile, tra arroganti sprechi e appropriazioni indebite di danaro pubblico, che stanno coinvolgendo le Regioni nel centro nord e sud, che hanno esternalizzato funzioni, servizi ed attività costituendo società, o partecipando a società già esistenti.  Lo scopo di queste società è la creazione di migliaia di posti  per parenti, amici e clienti. Esse sfuggono al controllo della Corte dei Conti e impediscono ai più meritevoli di accedere alla Pubblica Amministrazione a causa della sistematica soppressione dei concorsi pubblici. Deve cessare la ingiusta selezione dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, in base a criteri di clientela e favoritismo e creare pari opportunità per tutti.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi