[22/12/2013] di Ferdinando Imposimato
E' stata la legge
della stabilità delle diseguaglianze e delle ingiustizie sociali
quella approvata dalla Camera. E la segretaria della CGIL non faccia finta di accorgersene oggi,
con una tardiva intervista al Corsera: “troppe tasse sul lavoro”.
Persino il Sole 24 Ore ieri aveva criticato il premier Letta per il
mancato taglio del cuneo fiscale, che sarebbe stato fattore di
sviluppo nel 2014. La segretaria doveva da mesi mobilitare sindacati e
lavoratori per impedire una legge vergognosa che accentua le
ingiustizie sociali. Bisognava porre il problema di ridurre le ore di lavoro
per creare nuovi posti di lavoro, come accade in Francia e Germania da
anni . La segretaria invece è stata inerte, assente , di fatto
corresponsabile di questo scempio. E' mancato per volontà di questa maggioranza , l'obiettivo di una riduzione delle diseguaglianze dei diritti e delle possibilità dei lavoratori
. Si è rafforzata la casta dei privilegiati e una società con
settori marginali, zone d'ombra alle quali , quasi per una congenita e
insuperabile diversità , viene mantenuta una sorte meno fortunata, una
partecipazione meno intensa al valore della vita sociale , una
diseguaglianza di posizione, un incolmabile dislivello sotto ogni
riguardo. E' mancata una azione per un'eguaglianza collettiva di diritti-
al lavoro dignitoso, alla casa, alla istruzione pubblica , al reddito
sociale per i disoccupati involontari,- che avesse dato ad ogni
lavoratore, in rapporto alle sue possibilità e ai suoi meriti , il posto
che gli compete nella società. E' prevalsa la resistenza delle caste
privilegiate all' espansione della eguaglianza collettiva dei diritti ,
che richiedeva una seria azione di lotta democratica e sindacale
rivolta a rendere accettabili le rinunce ai privilegi, a
riequilibrare progressivamente la situazione , a realizzare
l'espansione vitale della intera società . Ha vinto la resistenza come
angustia di meschini interessi e di posizioni di
vantaggio e di isolamento da difendere, come gli affari loschi del
gioco di azzardo, l'intangibilità degli stipendi onorevoli ( il Fatto
), l'influenza dei lobbisti che condizionano le leggi , denunziati dal M5S nonostante le reprimende della Boldrini e i vaniloqui del capo gruppo del PD, che evoca Aldo Moro che si rivolta nella tomba.