Associazione di volontariato Idra
COMUNICATO STAMPA Firenze, 30.10.'14
FERDINANDO
IMPOSIMATO E IVAN CICCONI
DAVANTI ALL’AUTORITA' NAZIONALE
ANTICORRUZIONE: DALLA TAV DI
FIRENZE LA CONFERMA inquietante
DELLA NECESSITA' DI INIZIATIVE
URGENTI A TUTELA DELL’ERARIO,
DELLA LEGALITA' E DELL’AMBIENTE.
Audizione
con sorpresa: Raffaele Cantone si
affaccia a salutare l’amico
Ferdinando Imposimato,
intervenuto lunedì scorso con la
delegazione dell’associazione
ecologista toscana Idra
all’incontro col direttore generale
dell’Autorità Nazionale
Anticorruzione Filippo Romano. Tema
all’ordine del giorno, l’appalto
per il doppio
sottoattraversamento e per la
stazione TAV nel capoluogo toscano,
con le sue pesantissime implicazioni
giudiziarie, i clamorosi ritardi, la
generosa lievitazione dei costi, i
cambi in corsa delle società
aggiudicatarie dei lavori.
Un’audizione che l’Autorità ha
accordato con apprezzata
sollecitudine dopo aver avviato un’istruttoria a 360 gradi
a séguito degli esposti
dell’associazione fiorentina, parte
civile nel procedimento penale per i
danni ambientali (e parte ad adiuvandum in
quello per i danni erariali)
consumati durante la
cantierizzazione TAV dell’Appennino
tosco-emiliano.
Durato circa un’ora e
mezzo, il colloquio ha permesso al
giudice Ferdinando Imposimato e
all’ing. Ivan Cicconi di illustrare
con dovizia di particolari le circostanze,
inammissibili, in cui sono stati
prima licenziati, poi avviati, i
lavori per il Nodo ferroviario AV
di Firenze.
Richiamando
la propria ventennale esperienza in
materia, dai tempi in cui indagò
per la Commissione parlamentare
antimafia le infiltrazioni della
camorra sulla tratta TAV
Roma-Napoli, Imposimato ha
denunciato la perdurante presenza di una situazione di “gravità inaudita”,
puntando l’indice sulle
insopportabili connivenze denunciate
dalla Procura di Firenze fra
committenti pubblici, ‘alta
sorveglianza’, organi istituzionali
responsabili delle autorizzazioni
(ministeri dell’Ambiente e delle
Infrastrutture), organi di controllo
(la stessa Autorità per la Vigilanza
sui Contratti Pubblici), soggetti
aggiudicatari degli appalti e
criminalità organizzata. Tutti
attivamente collaboranti – nelle
ipotesi formulate dalla magistratura
- nell’esecuzione pro domo sua della
‘grande opera’: lievitazione
programmata dei costi, costituzione
di fondi neri, frodi, truffe, falso
in atti pubblici, taroccamento dei
materiali, attività organizzata per
il traffico illecito di rifiuti,
associazione per delinquere. “Hanno già rovinato
tante aree della Campania
trasformandole in “terre dei
fuochi”, adesso iniziano a
esportare il modello”,
ha dichiarato con indignazione
Imposimato, rimarcando le ricorrenze
di nomi e metodologie nel malaffare
di ieri e di oggi.
“Ma lo stesso istituto del ‘contraente generale’”, ha precisato Ivan Cicconi, “rappresenta uno stimolo a delinquere.
Al soggetto privato chiamato a
realizzare l’opera vengono
trasferite infatti tutte le
funzioni del committente pubblico
(discrezionalità nelle scelte,
direzione dei lavori, potere di
introdurre varianti e di avanzare
riserve milionarie), mentre gli
vengono risparmiati sia il rischio
d’impresa (lo Stato si accolla
tutti gli oneri, quelli iniziali e
quelli aggiuntivi) sia quello di
mercato (il costruttore non dovrà
cimentarsi con la gestione
dell’opera, e non ha quindi alcun
interesse oggettivo a realizzarla
presto, bene e in economia)”.
Il
combinato di queste due condizioni
(collusioni istituzionali e
irresponsabilità del costruttore)
genera da decenni – sotto gli occhi
delle autorità di controllo – dissesto
erariale, disastri ambientali,
sofferenza sociale. “Abbia
luogo finalmente un
pronunciamento inequivoco di
questa Autorità”, ha concluso Cicconi; “urge
trasmettere al Parlamento e al
Governo un parere esplicito
sull’assurdità dell’istituto del
cosiddetto ‘general contractor’”.
“Voi avete una grande autorità morale”, ha aggiunto Imposimato; “attendere
i tempi delle sentenze, e le
prescrizioni annunciate, non
servirebbe a risparmiare al
Paese l’ennesimo sacco di
risorse e di legalità. Le evidenze sono tali da esigere iniziative immediate!”.
Il presidente di Idra
Girolamo Dell’Olio, che ha
accompagnato il deposito delle
memorie vergate per l’Autorità da
Imposimato e Cicconi, ha
apprezzato
da parte sua la dichiarata
attenzione che l’Autorità sta
rivolgendo all’intero sistema-TAV,
ben oltre il caso-Firenze. “Idra
chiede che l’Autorità ampli il
campo della propria attenzione,
vigilanza e intervento – recita del resto la nota
consegnata dall’associazione
fiorentina al direttore generale
Romano - allo spettro dell’intero
progetto di infrastrutturazione AV
nel nostro Paese, la cui
approvazione ed attuazione – oltre
a presentare i tratti criminali e
criminogeni che le Procure di
Firenze e di Torino hanno via via
disvelato – mortifica o azzera le
opportunità di trasporto su
ferro, locale e a lunga
percorrenza, rispondenti alle
esigenze della stragrande
maggioranza della popolazione,
contribuendo all’impoverimento
generale del Paese. Anche in
relazione alle esigenze di
legalità e giustizia correlate a
questo più ampio scenario,
l’Associazione Idra conferma qui di essere e
restare in ogni momento a
disposizione dell’Autorità
Nazionale Anticorruzione.”