Condivido la protesta degli studenti contro la iniqua riforma
dell'istruzione. Che non poteva essere di qualità eccellente tenuto
conto del livello culturale dei due riformatori autori del
pasticcio, Matteo Renzi e Stefani Giannini. L'idea di
trascurare la scuola pubblica e di finanziare la scuola privata ,
sottraendo risorse alla scuola dello Stato con gravi ripercussioni sui
meno abbienti, è inaccettabile e contraria alla Costituzione.
Non può trasformarsi la scuola pubblica in una impresa soggetta
alle leggi del mercato e dell'efficientismo. Essa si pone in netto
contrasto con l'art 33 della Costituzione , secondo cui la Repubblica
istituisce scuole statali ( gratuite) per tutti gli ordini e gradi, e
con l'articolo 34, che premia i capaci ed i meritevoli, anche se privi
di mezzi, avendo essi diritto di raggiungere i gradi alti degli studi”.
Non solo: la riforma dimentica che la Repubblica non si ispira a
principi utilitaristici, ma rimuove gli ostacoli di ordine economico e
sociale che , limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono
a tutti i lavoratori la piena partecipazione alla organizzazione
politica economica e sociale dello Stato( art 3). E dimentica che lo
Stato è una grande organizzazione che deve tendere all'adempimento dei
doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale. Oggi è
un fatto che la maggior parte degli studenti universitari proviene
dalle classi sociali più abbienti mentre dai lavoratori manuali proviene
una minoranza esigua che non supera il 10%. “Così il monopolio della
ricchezza – diceva Piero Calamandrei- porta fatalmente al monopolio
della cultura, sicché le scuole medie ed universitarie, sbarrate agli
ottimi quando sono figli di poveri, si riempiono di mediocri e anche di
pessimi”. Che diventano pessimi professionisti, magistrati e politici.
Viene così a mancare quel continuo ricambio attraverso il quale si
verifica senza posa , nelle vere democrazie, tra cui non rientra quella
italiana, il rinnovamento della classe politica dirigente, che non
rimane una casta chiusa, come è oggi, ma è la espressione aperta e
mutevole delle forze più giovani e meritevoli della società. Può
così accadere che politici squalificati in contatti con esponenti
della mafia, esaltati talvolta come simboli di coraggio e di lealtà
, diventino modelli di vita negativi per gli studenti . Ed è
proprio in questo cristallizzarsi del potere politico in una maggiore
minoranza , privilegiata e arrogante, la ragione del declino della
classe dirigente italiana, esaltata da media asserviti e da cortigiani
ed intellettuali senza nerbo e senza dignità. Ed è proprio qui da
ricercarsi la causa più profonda del trionfo del nuovo fascismo che si ammanta di democrazia, in questa fiacchezza , in questa anemia, in questa indifferenza popolare.
La sola speranza di riscatto viene dagli studenti medi e universitari e
dai docenti, offesi nella loro dignità, non condizionati dal ricatto
di un governo insolente e prepotente . Non c'è da meravigliarsi
che nella nostra democrazia malata non accada che la scelta dei
governanti cada su persone intellettualmente meglio dotate, ma su
mediocri che ignorano cosa sia il bene comune. Mentre aumentano
le ingiustizie sociali e le nuove povertà. E si tende a privilegiare
una scuola riservata alle classi benestanti, che ignorano la storia del
nostro Paese. Ma se solo agli appartenenti a certe classi sociali è dato di farsi strada ed emergere,
mentre in altre categorie l'intelligenza è costretta, per mancanza di
risorse e della istruzione idonea, a rimanere occulta e socialmente
inoperosa e sacrificata, allora la democrazia declina e con essa la libertà e la giustizia sociale.
Laddove le scuole costano e può frequentarle solo chi può sostenerne il
costo, l'istruzione si risolve in un privilegio economico, che è anche
un privilegio politico. E attraverso il potere economico discriminatorio
della istruzione , il governo democratico aperto a tutti i meritevoli
diventa il governo dei ricchi, ignoranti e arroganti. Ed é questo
privilegio economico e dunque politico dei ricchi che la riforma
Renzi-Giannini tende a garantire a scapito dei non abbienti. Di
tutti i privilegi che la ricchezza conferisce agli abbienti, anche se
incapaci, quello della istruzione è il più ingiusto, odioso e
pericoloso. L'uomo non può esser capace di accedere alle cariche
elettive se non gli garantisce una educazione sufficiente per prendere
coscienza di sè, per alzare la testa dalla terra, e per intravveder fini
più alti che non siano quelli di saziare gli stimoli della fame. Ed è questo privilegio della istruzione che costituisce l'obiettivo del governo. La battaglia della difesa dell'autonomia della scuola dall'invadenza del governo, che tende ad eliminare ogni forma di dissenso e di opposizione al pensiero unico dominante, è cruciale per la difesa della democrazia e della libertà.
Dopo l'asservimento del sistema mediatico TV e della carta stampata,
che esalta il Presidente del Consiglio, dopo il nuovo conformismo
degli intellettuali, alla ricerca di protettori, il solo comparto da
soggiogare resta la scuola pubblica. Ma gli studenti non resteranno soli
in questa battaglia che è difesa della democrazia e della libertà di
tutti.