La causa principale dell’ alluvione,
degli allagamenti, delle esondazioni è da ricercare nella colata di
cemento a cui è sottoposto il territorio genovese da decenni e nel
cinismo di chi l’ha voluta e sviluppata, a quella classe dirigente
politico-economica criminale, che persiste nell'arricchirsi con la
distruzione del territorio, dividendosi il bottino con grandi opere ,
lobby e affaristi senza scrupoli e le mazzette connesse. Non a caso
le zone più colpite sono la Valbisagno e la Valpolcevera, i
quartieri collinari e le aree urbane a fondo delle valli genovesi. Ma
è la città di Genova, da ponente a levante, a subire di nuovo i
disastri voluti dalla classe politico-economica, fautrice locale di
quel modello di sviluppo che sta devastando l'Italia. Nella stessa
direzione va il decreto sblocca Italia del settembre 2014 che
consente di derogare alle norme sulla tutela del territorio.
Aggressione del territorio, disboscamenti, sfruttamento delle aree
fluviali, l’urbanizzazione, con il seguito di cementificazione, di
dissesto idrogeologico e costrizione delle dinamiche idrografiche
naturali, l’industrializzazione, sono all’origine dell’
emergenza di Genova. Negli anni la classe politica ha trovato sempre
il modo di giustificare i disastri causati con nuovi profitti e nuovi
progetti distruttivi , di nascondere tutto sotto la scusa di eventi
naturali imprevedibili , e senza fermare la corsa alla speculazione ,
continuando cinicamente a distruggere l'ambiente per trarne
vantaggio. Le esondazioni dei torrenti Sturla, Scrivia, Bisagno e
Fereggiano erano fenomeni prevedibili che si innestano in un contesto
urbano che li determina .
A Trasta un fiume di fango dovuto alla
desertificazione delle zone disboscate per i cantieri del TAV-Terzo
Valico ha invaso la strada principale. Allagamenti e colate di fango
diffuse in tutta la Valpolcevera, sia sul lato destro che sinistro di
tutta la vallata. Laddove sorgevano i boschi e le colline di Trasta e
San Quirico, sorgono ora due enormi cantieri dell’Alta Velocità,
quello della “galleria Campasso” e quella della “finestra
Polcevera”, voluti da COCIV con la sentita partecipazione del
Comune di Genova, Regione Liguria e dello Stato italiano. Le due
colline sopra Via Castel Morrone e Via Tecci stanno scomparendo e
vedono la città avvicinarsi minacciosa sempre più. I loro boschi
erano un argine al veloce scorrere dell’acqua, ne rallentavano la
forza. Cemento, ruspe, trivelle, camion e gallerie hanno sostituito
quelle distese di alberi. E le conseguenze si sono viste. Non è la
prima volta che Trasta viene colpita dai fiumi di fango dei cantieri
del TAV. Così più volte nell’ultimo anno, così chissà quante
altre volte ancora. Questo è solo l’inizio di una tragedia
nfinita. Chi ancora avrà il coraggio di dire che le priorità di
Genova sono le grandi opere e il Tav-Terzo Valico, dovrebbe
vergognarsi . E l'opera costerà il seicento per cento in più di
quello che costa in Francia , in Spagna e Giappone. Ma il TAV è un
modo per arricchire i predoni e i governanti a spese dei cittadini
che non devono dimenticare. Quanto alla magistratura, il TAR della
Liguria accertò subito le irregolarità del bando di gara da parte
della Regione ligure; e il Consiglio di Stato forse poteva fare a
meno di affermare la competenza del TAR del Lazio, provocando un
ritardo di tre anni e oltre.