Cari amici,
richiamo la vostra attenzione sul documento
esemplare preparato dall'avv Felice Besostri, grande costituzionalista
e demolitore del porcellum, in difesa della Costituzione , documento
da conoscere nel momento in cui il Presidente Renzi prepara
l'assalto finale alla nostra Carta fondamentale con la orrenda legge
Italicum e la revisione del Senato. E nel momento in cui il
Presidente della Repubblica , anzichè difendere la Costituzione con
disciplina e onore (art 54 ), avendo prestato giuramento di "fedeltà
alla Repubblica e di osservanza della Costituzione", sostiene
"bicameralismo passo falso dei costituenti".
Besostri
dice che "paradossalmente la vicenda dell'Italicum (approvato solo dalla
Camera) illustra i meriti” del bicameralismo: ci fosse stata una sola
Camera dovevano prendere la decisione di trattare in sequenza la revisione costituzionale e la legge elettorale,
decidendo quale fosse prioritaria. Grazie alle due Camere si può
lavorare in parallelo ed essere incuranti della logica costituzionale,
ma unicamente di quella della politica contingente e
degli umori dei soggetti politici in campo e di quelli istituzionali, in
primo luogo il Presidente della Repubblica.
Cari amici , questo è un passaggio fondamentale della democrazia e che dobbiamo essere tutti presenti e consapevoli.
Ferdinando Imposimato
La difesa dell’ordinamento democratico e costituzionale:
PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI
L’attenzione
preoccupata per i procedimenti legislativi in corso, che sarebbe
improprio chiamare di riforma costituzionale ed elettorale, si è
concentrata sulla revisione costituzionale all’esame della Camera, dopo
essere stata approvata in tutta fretta e con sviste clamorose dal Senato
nell’agosto di quest’anno, e sulla legge elettorale conosciuta come
Italikum( è un mio vezzo sostituire la c con la k )all’esame del Senato
dopo essere stata approvata dalla Camera, che aveva pensato solo a se
stessa salvando la sua composizione di 630 membri. Del tutto
paradossalmente la vicenda illustra i “meriti” del bicameralismo: ci
fosse stata una sola Camera dovevano prendere la decisione di trattare
in sequenza la revisione costituzionale e la legge elettorale,
decidendo quale fosse prioritaria. Secondo logica la revisione
costituzionale dovrebbe avere la precedenza, solo a Costituzione variata
si giustifica una legge che riserva l’elezione diretta alla sola Camera
dei deputati. Grazie alle due Camere, invece, si può lavorare in
parallelo ed essere incuranti della logica costituzionale, ma
unicamente di quella della politica contingente e degli umori dei
soggetti politici in campo e di quelli istituzionali, in primo luogo il
Presidente della Repubblica.
Chiaramente quei due provvedimenti
scardinano il nostro ordinamento costituzionale, eliminando di fatto i
contrappesi e diminuendo le stesse garanzie costituzionali rappresentate
dalla Corte Costituzionale e da una Presidenza come configurata dalla
Costituzione. Con il premio di maggioranza e le soglie di accesso (la
cui compresenza già provoca di per sé una pesante distorsione
dell’uguaglianza del voto e quindi della rappresentanza), la
sproporzione numerica tra Camera(630) e Senato(100) assicura ad una
forza politica di maggioranza relativa, per di più ottenuta con una
decrescente partecipazione elettorale, l’elezione del Presidente, dei
membri laici del CSM e di 3 membri della Consulta. Ma il nuovo
ordinamento si sta preparando da tempo attraverso una serie di norme,
che sono apparentemente slegate tra loro e che non hanno suscitato
opposizione della stessa intensità e non hanno coinvolto le associazioni
o forze politiche e le personalità, che si oppongono alla revisione
costituzionale e alla legge elettorale in itinere.
Una legge ha
già esplicato i suoi effetti nell’indifferenza dell’opinione pubblica e
delle forze politiche , anche quelle all’opposizione nel Parlamento od
anche non rappresentate. Si è votato in 64 province, sì quell’ente
locale territoriale che doveva essere soppresso e che nell’attesa erano
stati raggruppati e nelle città metropolitane continentali con
l’esclusione di Reggio Calabria e Venezia.
Le elezioni non si
sono svolte nelle province di Imperia, Viterbo , L'Aquila e Caserta
(scadenza mandato: primavera 2015) e nelle province di Vercelli,
Mantova, Pavia, Treviso, Ravenna, Lucca, Macerata e Campobasso (scadenza
mandato: primavera 2016). In ben 18 province su 64, il 28,13%, vi era
un unico candidato presidente e in alcune province addirittura una lista
unica con un numero di candidati pari ai posti. Allego un prospetto
delle elezioni provinciali che da immediato conto del degrado politico,
che è frutto diretto delle elezioni di Presidenti di Provincia e
Consiglio Provinciale con un sistema di secondo grado, in difformità
dagli artt. 48 e 51 Cost., con elettorato attivo e passivo riservato ai
sindaci e consiglieri comunali della Provincia e, solo per questa
volta, con elettorato passivo esteso ai componenti del Consiglio
Provinciale uscente, se non commissariato. Con le elezioni di secondo
grado si evita l’incertezza di un premio di maggioranza a rischio di
costituzionalità e che al massimo consente di sapere chi governerà La
sera delle elezioni. Con le elezioni di secondo grado e un corpo
elettorale ristretto si può conoscere chi vincerà la sera prima delle
elezioni!! .
Le elezioni provinciali impugnate sono state quelle
della Regione a statuto speciale del Friuli V. G. con l’effetto di
ottenere un’ordinanza, la n. 495/2014, del TAR Friuli V.G. di rinvio in
Corte Costituzionale della legge regionale ricalcata sulla l.n.
56/2014, la cosiddetta Del Rio, e quella di Avellino. Sono state
impugnate anche le “elezioni” delle Città Metropolitane di Napoli e
Milano e probabilmente Torino. Ci sono in corso, cioè già radicate delle
azioni contro le province di Como e Monza Brianza, ma senza impugnare i
risultati, ma come azioni di accertamento, sul modello usato per il
porcellum e replicato con successo ( ordinanze di rinvio alla Corte
Costituzionale dei Tribunali civili di Venezia, Cagliari e Trieste ) per
le legge n. 18/1979, per l del diritto dei cittadini elettori di
eleggere gli organi provinciali. Iniziative analoghe sono in gestazione
in Toscana. Corre l’obbligo di segnalare che al contrario il TAR di
Palermo (sent. n. 17/2014) ha legittimato la costituzionalità di una
elezione di secondo grado previsto dalla legge siciliana per l’elezione
delle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
In
previsione della elezione in secondo grado del Senato, si è accentuata
la deriva maggioritaria delle leggi elettorali, regionali, si veda ad
esempio la Lombardia, la Sardegna, la Calabria e da ultimo la Toscana.
Il principio del premio di maggioranza dato in base ai voti del
candidato Presidente, per il quale è ammesso il voto disgiunto, ad
esclusivo beneficio delle liste a lui collegate senza una soglia minima
di consenso, a differenza delle elezioni municipali e dei principi ex
sentenza n. 1/2014 della Corte Cost,. è già stata rinviato alla Consulta
dal TAR Lombardia Milano, sez. III con ordinanza n. 2261/2013 ed è in
attesa della fissazione d’udienza. Preso il Tribunale civile di Napoli è
pendente un ricorso di accertamento del diritto di voto in modo
conforme alla costituzione avverso alla legge elettorale campana. Una
decisione analoga è imminente per la Toscana, mentre l’inerzia degli
sconfitti nelle ragionali calabresi, non consentirà di sollevare la
questione di costituzionalità in sede di impugnazione ex art. 130 C.
p.a. delle recenti elezioni.
A fronte di questa situazione non è
più tempo di appelli, ma di dare inizio ad una situazione sistematica di
contrasto, cioè di intraprendere azioni finalizzate ad ottenere un
controllo di costituzionalità sulle leggi elettorali prima che siano
applicate e si svolgano elezioni con leggi di sospetta costituzionalità
ovvero impugnando la proclamazione degli esiti di processi elettorali
svolti con leggi di dubbia costituzionalità. Non è possibile che
un’azione di questa ampiezza sia lasciata alla spontaneità creativa di
qualche avvocato democratico e dipendere da sensibilità locali di
persone che decidano di figurare come attori/ricorrenti. Bisogna trovare
ruoli per tutti quelli che condividono le apprensioni per la saldezza
del quadro costituzionale democratico, gli equilibri tra gli organi ai
vertici delle istituzioni, per la rappresentanza politica dei cittadini
sia come persone, che come associazioni, movimenti, sindacati e partiti.
Si tratta di prendere decisioni politiche per passare dai proclami ai fatti.
Milano 14/12/2014
Felice Besostri
P.S.
Gli Avvocati che vogliono impegnarsi ad essere punto di riferimento
nelle varie Province e Regioni segnalino la loro disponibilità a
fc.besostri@libero.it