martedì 16 dicembre 2014

Non sono queste le priorità di cui ha bisogno il Paese. Come fa il Presidente a non pretendere la prima delle riforme, la soluzione del conflitto di interessi

Non sono d'accordo col Presidente della Repubblica sulle riforme da varare presto: Italicum e nuovo Senato. Non sono queste le priorità di cui ha bisogno il Paese. Il primo obiettivo-lo ribadiamo- è il superamento delle enormi diseguaglianze tra una immensa quantità di cittadini privi di mezzi per soddisfare bisogni vitali e una minoranza che accumula maggiori ricchezze e privilegi. Noi vogliamo la effettiva eguaglianza dei diritti e delle possibilità degli uomini nella vita sociale, che non abbia più settori marginali. La resistenza a questa espansione dei diritti da parte delle caste privilegiate è forte e richiede un intervento deciso della opposizione che renda possibili le rinunce ai privilegi e realizzi l'estensione dei diritti e l'espansione vitale della società.. Ma come fa il presidente della Repubblica a sorvolare sul perdurante sperpero di risorse da parte delle società pubbliche. Dei 33 miliardi versati dallo Stato alle imprese , 30 sono andati alle società partecipate, per riequilibrare i loro bilanci fallimentari. Eppure il pres Renzi aveva promesso nel 2013 una riduzione di questa ingiusta beneficenza alle varie TAV, Expo, Mose , FFSS, Ama, Eni, e via di seguito. Sono queste le riforme che servono. Quei 30 miliardi servono alla scuola, al lavoro, alle pensioni, alle case ai servizi sociali. Ed invece nulla di tutto questo. Ma come fa il Presidente della Repubblica a tollerare che 30.000 società partecipate volute da Regioni, Province e Comuni , vivano con i soldi pubblici, senza controlli della spesa. Lo scopo di queste società è la creazione di migliaia di posti per parenti, amici e clienti. Esse impediscono ai più meritevoli di accedere alla Pubblica Amministrazione a causa della sistematica soppressione dei concorsi pubblici. Come fa il Presidente a non pretendere la prima delle riforme, la soluzione del conflitto di interessi, che investe la essenza stessa della democrazia, con la presenza in Parlamento di soggetti che versano il palese conflitto di interessi denunziato dalla opposizione e di un ex Presidente del Consiglio che detiene tre TV private con cui disinforma ogni giorno i cittadini su ogni affare pubblico e privato , concedendo enormi vantaggi nelle competizioni elettorali. Il conflitto di interessi viola il principio costituzionale della uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive stabilito dagli art 3 e 51 della Costituzione . Perché democrazia vuol dire competizione alla pari tra i partecipanti alla contesa elettorale. Ci sono giovani , donne e lavoratori che, per qualità e ingegno, possono dare in Parlamento un contributo fondamentale alla soluzione della crisi gravissima in cui versa il Paese , costretti a vivere ai margini. A loro va il mio pensiero solidale

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi