Il
Presidente della Repubblica deplora l'antipolitica come “patologia
eversiva” criticando in tal modo la doverosa azione dell'opposizione ,
componente essenziale della democrazia. La pretesa di accrescere il
numero di senatori non eletti dal popolo e di conferire maggiori
poteri al presidente del Consiglio esautorando il Parlamento con una
legge elettorale incostituzionale, va contro il principio
di rappresentanza democratica. La vera antipolitica eversiva è
quella di chi mantiene in vita un sistema di leggi che assicura ai
corrotti dissipatori del pubblico denaro la impunità con pene
irrisorie , mentre punisce duramente i ladri dei supermercati, che
difende la prescrizione di gravi delitti e vuole una giustizia
subalterna. La vera antipolitica è quella che si arricchisce sulla
pelle dei cittadini e dei meno abbienti. Sono loro i nemici della
democrazia e della eguaglianza dei diritti sociali. L'opposizione, pur
con i suoi errori, difende milioni di cittadini senza reddito o con
redditi non dignitosi che fanno ricorso a forme di protesta radicale
per vedere riconosciute esigenze essenziali di vita. Sono gli
sfrattati, i senza casa, i disoccupati, i reietti, i precari, gli
esodati, gli studenti, i docenti, le vittime dell’inquinamento, le
vittime della distruzione dell'ambiente, e del patrimonio storico e
artistico della nazione in Val di Susa e a Firenze. Sono cittadini che
hanno rotto il silenzio e l’indifferenza del sistema con azioni di
protesta civile contro i privilegi di chi ha sempre di più e sfrutta i
deboli . Nella speranza di vedere finalmente attuati quei diritti che la
Costituzione definisce inalienabili: il lavoro, la salute, la casa,
una retribuzione dignitosa, un ambiente sostenibile, una scuola
gratuita, servizi efficienti nel trasporto e nella sanità. Una massa di
disperati che reclamano da tempo “l’adempimento dei doveri inderogabili
di solidarietà politica , economica e sociale” affermati dalla
Costituzione. Cittadini, spinti da bisogni estremi, hanno attuato forme
di lotta eclatante. In tal modo hanno violato un codice penale non
coerente con la Costituzione. Decine di processi pendono in tutta
Italia per interruzione di pubblico servizio, invasione, danneggiamento,
violenza, blocco stradale, rapina . Per i promotori delle azioni di
lotta sociale non vi è indulgenza. Per i reati loro attribuiti, il
codice prevede pene severe, sproporzionate . Pene coerenti con gli
interessi del momento storico in cui furono concepite: il fascismo. Si
tratta di reati che fanno parte di un codice penale figlio di
quell’epoca. Mentre occorre ancorarlo ai principi solidaristico
sociali sanciti dalla Costituzione. Adeguando le varie fattispecie
alla nuova realtà e le sanzioni a nuove esigenze di risocializzazione e
a nuove scriminanti. E' questa la vera patologia che il Paese deve
curare , non la opposizone che deve esistere e grantisce le minoranze
contro la dittatura e gli abusi della maggioranza.