Il
Sindaco Marino, ignorando il sacco di Roma che sta distruggendo la
città eterna, vuole la candidatura di Roma alle olimpiadi 2024, “ non
una competizione in Italia, ma tra l’Italia e il resto del mondo” per
“farci sentire orgogliosi di portare un evento così importante nel
nostro paese”. Marino raccoglie l'appello di Giovanni Malagò e del
Pres Renzi,
che usano le Olimpiadi come specchietto per gli allocchi e per la
speculazione selvaggia alle spalle dei cittadini. Diciamo “No alle
Olimpiadi romane” evocando il monito di Pietro Mennea mitico vincitore
e recordman dei 200 metri che rilasciò questa intervista il 9 ottobre
2011
Perché una città e un Paese chiedono di ospitare i Giochi Olimpici?
Un
Paese civile, governato da una classe dirigente responsabile, quando vi
è un’economia stagnante il cui PIL è del + 1% ( oggi siamo in
recessione) non dovrebbe chiedere mai la candidatura alle Olimpiadi.
Soprattutto una città come Roma, che non ha i conti pubblici in
ordine, ha una situazione debitoria molto elevata. Per l’Italia con uno
dei più alti debiti pubblici al mondo- quello italiano è il terzo
debito pubblico del mondo- con 1 miliardo e 900 milioni di euro e
cresce a ritmi del 4%- non appare opportuno affrontare questo genere di
eventi. Questi eventi durano quindici giorni. Una volta terminati,
lasciano solo costi e oneri infiniti a carico della città e del Paese
che li organizza. Stiamo pagando la gestione degli impianti per i Giochi
invernali di Torino, mentre la Grecia è nella drammatica crisi
economica anche per le Olimpiadi del 2004».
Lei è convinto che le Olimpiadi non farebbero bene a Roma?
Nella
storia delle Olimpiadi, dal 1896 in poi , ogni paese organizzatore ha
dovuto affrontare una recessione cronica, fatta eccezione per
l’Olimpiadi di Atlanta, perché erano stati costruiti pochi impianti.
Negli altri casi l’economia del paese subito dopo è entrata in crisi.
Può farci qualche esempio?
A
partire dai Giochi Olimpici di Melbourne 1956, Tokyo 1964, Los Angeles
1984, Seoul 1988, l’economia nazionale dopo le Olimpiadi ha avuto una
brusca frenata.
Dopo le Olimpiadi di Barcellona 1992, in Spagna si è avuta una forte recessione.
Anche
la Cina, che vanta la più ricca economia mondiale, dopo i Giochi del
2008 ha subito una lieve recessione e oggi molti degli impianti
costruiti sono usati per altri scopi perché i costi di gestione
risultano insostenibili.
I cittadini francesi,
per aver organizzato i Giochi invernali di Grenoble 1968, hanno
terminato di pagare una tassa maggiorata, trent’anni dopo, cioè nel
1998.
Per quelli di Sidney i cittadini australiani stanno
ancora pagando la gestione degli impianti, mentre in Grecia, la maggior
parte dei 21 impianti costruiti non è più funzionante oppure sono
soggetti a un forte degrado. Anche i tedeschi e canadesi, che hanno
ospitato le Olimpiadi di Monaco 1972 e Montreal 1976, hanno finito di
pagare la tassa per i Giochi nel 2005. Ed è qui il problema, finché
queste strutture non sono smantellate, bisogna continuare a pagare le
altissime spese di gestione.
I Giochi non influiscono positivamente sull’economia del Paese?
Uno
studio della Commissione cultura e sport presentato alla Camera dei
Comuni di Londra nel 2007, ha dimostrato che queste strutture sono uno
spreco di denaro; e che «nessun Paese che ha ospitato i Giochi Olimpici
è riuscito a dimostrare il beneficio diretto dell’organizzazione
dell’evento e dell’usufrutto delle strutture».
Quanto si dovrà investire se Roma ospiterà l’evento?
Si
parla di dodici miliardi di euro ma sono sicuro che, nel caso in cui
Roma dovesse davvero ospitare la manifestazione, alla fine la cifra
aumenterà notevolmente.
Per l’eventuale Olimpiade a Roma nel
2020, l’investimento pubblico dovrebbe essere di quattro miliardi e il
resto sarebbe affidato ai privati, ma non sarà così perché i privati non
hanno né la possibilità né la voglia di spendere cifre così alte,
soprattutto in questa fase di crisi economica generale ( come è accaduto
per la TAV e altre opere pubbliche).
Ma quali sono i vantaggi che si ricavano dalle Olimpiadi?
con
le Olimpiadi la parola d’ordine è “costruire” sfruttando i fondi
pubblici. Nonostante il parere di politici e media, pronti a
giustificare i costi con le positive ricadute sul turismo e
sull’immagine internazionale, la maggior parte di impianti, strade,
stadi, viene realizzata con fondi pubblici pilotati da pochi soggetti
chiave che gestiscono l’evento. Nessuno riconosce che dopo le Olimpiadi
vi sia stato maggiore occupazione Quindi la risposta è: guadagno
privato con investimento pubblico. Le Olimpiadi hanno perso il valore
sportivo , si tratta solo di business, che fa comodo a chi organizza
l’evento, non a chi lo ospita e ai cittadini.
Lei è contrario allo svolgimento delle Olimpiadi?
Uno
come me che ha disputato 5 edizioni delle Olimpiadi e ha sempre creduto
nei veri valori dell’Olimpismo, non può mai essere contrario ai Giochi
Olimpici, anzi io da sempre mi batto e lavoro affinché si affermano
Olimpiadi quelle vere, dove si affermano i diritti degli atleti dove la
diffusione del doping sia lottata con iniziative concrete; dove le
Olimpiadi non siano solo business economico e che svuotano le casse del
Paese che le organizza, anzi devono guardare anche l’aspetto sociale e
cioè dovrebbero riconoscere parte dei ricavi alla nazione che ospita
l’evento.
Ringrazio Pietro Mennea per averci illuminato su
una realtà che sfugge alla nostra percezione. E mi chiedo come sia
possibile mantenere per decenni ai vertici dello sport affaristi e
speculatori, responsabili dello sperpero del denaro pubblico. Senza
rinnovamento dello sport prima e della politica.