domenica 14 dicembre 2014

OLIMPIADI DI ROMA 2024? Una follia



Il Sindaco Marino,  ignorando il sacco di Roma che  sta distruggendo la città eterna,  vuole  la candidatura di Roma alle olimpiadi 2024,  “ non una competizione in Italia, ma tra l’Italia e il resto del mondo” per  “farci sentire orgogliosi di portare un evento così importante nel nostro paese”. Marino raccoglie l'appello di  Giovanni  Malagò e  del  Pres Renzi, che usano  le Olimpiadi come  specchietto per gli allocchi e per la speculazione selvaggia alle spalle dei cittadini.  Diciamo “No alle Olimpiadi romane”  evocando il monito di Pietro Mennea  mitico vincitore e recordman  dei 200 metri che rilasciò questa intervista il 9 ottobre 2011

 Perché una città e un Paese   chiedono   di ospitare   i  Giochi Olimpici?
Un Paese civile, governato da una classe dirigente responsabile, quando vi è un’economia stagnante il cui PIL è del + 1%  ( oggi siamo in recessione) non dovrebbe chiedere mai la candidatura alle Olimpiadi.  Soprattutto  una città come Roma, che non ha i conti pubblici in ordine,  ha una situazione debitoria molto elevata. Per l’Italia con uno dei più alti debiti pubblici al mondo- quello italiano è il terzo debito pubblico del mondo-  con  1 miliardo e 900 milioni di euro e cresce a ritmi del 4%-  non appare opportuno affrontare questo genere di eventi.  Questi  eventi  durano  quindici giorni. Una volta terminati, lasciano solo costi e oneri infiniti a carico della città e del Paese che li organizza. Stiamo pagando la gestione degli impianti per i Giochi invernali di Torino, mentre la Grecia è nella drammatica crisi  economica anche per le Olimpiadi del 2004».

 Lei è convinto che le Olimpiadi non farebbero bene a Roma?
Nella storia delle Olimpiadi, dal 1896  in poi , ogni paese organizzatore ha dovuto affrontare una recessione cronica, fatta eccezione per l’Olimpiadi di Atlanta,  perché erano stati costruiti pochi impianti. Negli altri  casi l’economia del paese subito dopo è entrata in crisi.

 Può farci qualche esempio?
A partire dai Giochi Olimpici di Melbourne 1956, Tokyo 1964, Los Angeles 1984, Seoul 1988, l’economia nazionale dopo le Olimpiadi ha avuto una brusca frenata.
Dopo le Olimpiadi di Barcellona 1992, in Spagna si è avuta  una forte recessione.
Anche la Cina, che vanta la più ricca economia mondiale, dopo i Giochi del 2008 ha subito una lieve recessione e oggi molti degli impianti costruiti sono usati per altri scopi perché i costi di gestione risultano  insostenibili.

I cittadini francesi, per aver organizzato i Giochi invernali di Grenoble 1968, hanno terminato di pagare una tassa maggiorata, trent’anni dopo, cioè nel 1998.
Per quelli di Sidney i cittadini australiani stanno ancora pagando la gestione degli impianti, mentre in Grecia, la maggior parte dei 21 impianti costruiti non è più funzionante oppure sono soggetti a un forte degrado. Anche i  tedeschi e canadesi, che hanno ospitato le Olimpiadi di Monaco 1972 e Montreal  1976, hanno finito di pagare la tassa per i Giochi nel 2005. Ed è  qui il problema,  finché queste strutture non sono smantellate, bisogna  continuare a pagare le altissime spese di gestione.

 I Giochi non  influiscono  positivamente sull’economia del Paese?
Uno studio della Commissione cultura e sport  presentato alla Camera dei Comuni di Londra nel 2007, ha dimostrato che queste strutture sono uno spreco di denaro;  e che «nessun Paese che ha ospitato i Giochi Olimpici è riuscito a dimostrare il beneficio diretto dell’organizzazione dell’evento e dell’usufrutto delle strutture».

Quanto  si dovrà  investire  se Roma ospiterà  l’evento?
Si parla di dodici miliardi di euro  ma sono sicuro che, nel caso in cui Roma dovesse davvero ospitare la manifestazione, alla fine la cifra aumenterà notevolmente.
Per l’eventuale Olimpiade a Roma nel 2020,  l’investimento pubblico dovrebbe essere di quattro miliardi e il resto sarebbe affidato ai privati, ma non sarà così perché i privati non hanno né la possibilità né la voglia di spendere cifre così alte, soprattutto in questa fase di crisi economica generale ( come è accaduto per la TAV e altre opere pubbliche).

 Ma quali sono i vantaggi che si  ricavano  dalle Olimpiadi?
con le Olimpiadi la parola d’ordine è “costruire”  sfruttando i fondi pubblici. Nonostante il parere di politici e media,  pronti a giustificare i costi con le positive ricadute sul turismo e sull’immagine internazionale, la maggior parte di impianti, strade, stadi, viene realizzata con fondi pubblici pilotati da pochi soggetti chiave che gestiscono l’evento. Nessuno  riconosce che dopo le Olimpiadi vi sia stato maggiore occupazione Quindi la risposta è: guadagno privato con investimento pubblico. Le Olimpiadi hanno perso il valore sportivo , si tratta solo di business, che fa comodo  a chi organizza l’evento, non a chi lo ospita e ai cittadini.

Lei è contrario allo svolgimento delle Olimpiadi?
Uno come me che ha disputato 5 edizioni delle Olimpiadi e ha sempre creduto nei veri valori dell’Olimpismo, non può mai essere contrario ai Giochi Olimpici, anzi io da sempre mi batto e lavoro affinché si affermano Olimpiadi quelle vere, dove  si affermano i diritti degli atleti dove la diffusione del doping sia lottata con iniziative concrete; dove le Olimpiadi non siano solo business economico e che svuotano le casse del Paese che le organizza, anzi devono guardare anche l’aspetto sociale e cioè dovrebbero riconoscere parte dei ricavi alla nazione che ospita l’evento.

Ringrazio Pietro Mennea per averci illuminato su una realtà che sfugge alla nostra percezione. E mi chiedo come sia possibile mantenere per decenni  ai vertici dello sport  affaristi e speculatori, responsabili dello  sperpero del denaro pubblico. Senza rinnovamento dello sport prima  e della politica.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi