giovedì 30 ottobre 2014

Hanno già rovinato tante aree della Campania trasformandole in “terre dei fuochi”, adesso iniziano a esportare il modello.





Associazione di volontariato Idra  

COMUNICATO STAMPA    Firenze, 30.10.'14

FERDINANDO IMPOSIMATO E IVAN CICCONI DAVANTI ALL’AUTORITA' NAZIONALE ANTICORRUZIONE: DALLA TAV DI FIRENZE LA CONFERMA inquietante DELLA NECESSITA' DI INIZIATIVE URGENTI A TUTELA DELL’ERARIO, DELLA LEGALITA' E DELL’AMBIENTE.

Audizione con sorpresa: Raffaele Cantone si affaccia a salutare l’amico Ferdinando Imposimato, intervenuto lunedì scorso con la delegazione dell’associazione ecologista toscana Idra all’incontro col direttore generale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Filippo Romano. Tema all’ordine del giorno, l’appalto per il doppio sottoattraversamento e per la stazione TAV nel capoluogo toscano, con le sue pesantissime implicazioni giudiziarie, i clamorosi ritardi, la generosa lievitazione dei costi, i cambi in corsa delle società aggiudicatarie dei lavori. Un’audizione che l’Autorità ha accordato con apprezzata sollecitudine dopo aver avviato un’istruttoria a 360 gradi a séguito degli esposti dell’associazione fiorentina, parte civile nel procedimento penale per i danni ambientali (e parte ad adiuvandum in quello per i danni erariali) consumati durante la cantierizzazione TAV dell’Appennino tosco-emiliano.
Durato circa un’ora e mezzo, il colloquio ha permesso al giudice Ferdinando Imposimato e all’ing. Ivan Cicconi di illustrare con dovizia di particolari le circostanze, inammissibili, in cui sono stati prima licenziati, poi avviati, i lavori per il Nodo ferroviario AV di Firenze.
Richiamando la propria ventennale esperienza in materia, dai tempi in cui indagò per la Commissione parlamentare antimafia le infiltrazioni della camorra sulla tratta TAV Roma-Napoli, Imposimato ha denunciato la perdurante presenza di una situazione di “gravità inaudita”, puntando l’indice sulle insopportabili connivenze denunciate dalla Procura di Firenze fra committenti pubblici, ‘alta sorveglianza’, organi istituzionali responsabili delle autorizzazioni (ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture), organi di controllo (la stessa Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici), soggetti aggiudicatari  degli appalti e criminalità organizzata. Tutti attivamente collaboranti – nelle ipotesi formulate dalla magistratura - nell’esecuzione pro domo sua della ‘grande opera’: lievitazione programmata dei costi, costituzione di fondi neri, frodi, truffe, falso in atti pubblici, taroccamento dei materiali, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere. “Hanno già rovinato tante aree della Campania trasformandole in “terre dei fuochi”, adesso iniziano a esportare il modello”, ha dichiarato con indignazione Imposimato, rimarcando le ricorrenze di nomi e metodologie nel malaffare di ieri e di oggi.
“Ma lo stesso istituto del ‘contraente generale’, ha precisato Ivan Cicconi, rappresenta uno stimolo a delinquere. Al soggetto privato chiamato a realizzare l’opera vengono trasferite infatti tutte le funzioni del committente pubblico (discrezionalità nelle scelte, direzione dei lavori, potere di introdurre varianti e di avanzare riserve milionarie), mentre gli vengono risparmiati sia il rischio d’impresa (lo Stato si accolla tutti gli oneri, quelli iniziali e quelli aggiuntivi) sia quello di mercato (il costruttore non dovrà cimentarsi con la gestione dell’opera, e non ha quindi alcun interesse oggettivo a realizzarla presto, bene e in economia)”.
Il combinato di queste due condizioni (collusioni istituzionali e irresponsabilità del costruttore) genera da decenni – sotto gli occhi delle autorità di controllo – dissesto erariale, disastri ambientali, sofferenza sociale. “Abbia luogo finalmente un pronunciamento inequivoco di questa Autorità”, ha concluso Cicconi; “urge trasmettere al Parlamento e al Governo un parere esplicito sull’assurdità dell’istituto del cosiddetto ‘general contractor’”.
“Voi avete una grande autorità morale”, ha aggiunto Imposimato; “attendere i tempi delle sentenze, e le prescrizioni annunciate, non servirebbe a risparmiare al Paese l’ennesimo sacco di risorse e di legalità. Le evidenze sono tali da esigere iniziative immediate!”.
Il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio, che ha accompagnato il deposito delle memorie vergate per l’Autorità da Imposimato e Cicconi, ha apprezzato da parte sua la dichiarata attenzione che l’Autorità sta rivolgendo all’intero sistema-TAV, ben oltre il caso-Firenze. Idra chiede che l’Autorità ampli il campo della propria attenzione, vigilanza e intervento – recita del resto la nota consegnata dall’associazione fiorentina al direttore generale Romano - allo spettro dell’intero progetto di infrastrutturazione AV nel nostro Paese, la cui approvazione ed attuazione – oltre a presentare i tratti criminali e criminogeni che le Procure di Firenze e di Torino hanno via via disvelato – mortifica o azzera le opportunità di trasporto su ferro, locale e a lunga percorrenza, rispondenti alle esigenze della stragrande maggioranza della popolazione, contribuendo all’impoverimento generale del Paese. Anche in relazione alle esigenze di legalità e giustizia correlate a questo più ampio scenario, l’Associazione Idra conferma qui di essere e restare in ogni momento a disposizione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.”

mercoledì 22 ottobre 2014

Si prepara in Toscana una nuova terra dei fuochi con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini.

Pres Renzi , e' di oggi , secondo Repubblica .it , la conclusione delle indagini dei PM di Firenze per i delitti di associazione a delinquere, corruzione, frode in pubbliche forniture, falso, truffa, traffico organizzato di rifiuti, abuso d'ufficio. Per la procura di Firenze l'appalto per il tunnel e la stazione sotterranea dell'alta velocità ferroviaria è un concentrato di illegalità, di scambi di favori, di sottomissione dell'interesse pubblico a quello dei privati costruttori, di sprezzante noncuranza per la sicurezza e per l'ambiente. Ora l'inchiesta del Ros Carabinieri e del Corpo Forestale dello Stato, che un anno fa era costata gli arresti all'ex presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti (Pd) e ad altre cinque persone, è chiusa. Il procuratore Giuseppe Creazzo e i sostituti Giulio Monferini e Gianni Tei hanno firmato l'avviso di conclusione delle indagini, che riguarda 33 persone e 7 società: Nodavia, Coopsette, Seli, Italferr, Varvarito, Htr, Hydra. Fra le persone indagate, per le quali si profila la richiesta di rinvio a giudizio, ci sono, oltre a Maria Rita Lorenzetti, indicata come la promotrice di una associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all'abuso d'ufficio, i vertici di Italferr, di Nodavia, di Coopsette e di Seli (la società che gestiva la maxitrivella Monna Lisa), funzionari di Rfi, autotrasportatori. Il fatto che sbalordisce è che i reati sarebbero stati commessi da committenti e appaltatori, controllori ministeriali e controllati delle Coop , e che il costo di quell'obbrobrio di TAV è del seicento per cento in più di quello che sarebbe giusto. Corrotti e corruttori cospiravano insieme , secondo i PM, per sottrarre danaro alle casse pubbliche. E il decreto cosiddetto Sblocca Italia tende a smantellare un pilastro dell'accusa; l'associazione per delinquere per il traffico di rifiuti nocivi. Si prepara in Toscana una nuova terra dei fuochi con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini. La presidente di Italferr si sarebbe attivana per sbloccare il piano di utilizzo delle terre di scavo presentato da Nodavia presso la commissione di Valutazione di impatto ambientale del Ministero. Se quelle terre contenessero inquinanti sembrava non importare a nessuno. Come non importava che la fresa Monna Lisa fosse stata montata con guarnizioni inadeguate e rischiava di sversare ingenti quantità di oli idraulici e lubrificanti altamente inquinanti, che i conci con i quali doveva essere fabbricato il doppio tunnel di attraversamento di Firenze erano stati realizzati con materiali diversi da quelli previsti nell'appalto e inidonei a resistere alle alte temperature prodotte da un incendio. Dopo questo disastro, gli appaltatori hanno chiesto anche i danni e l'aumento del prezzo, mentre mancano i soldi per la scuola , per i lavoratori, gli esodati e i giovani in cerca di lavoro. Rispetto a questi scempi, c'è il silenzio dei sindacati.

sabato 18 ottobre 2014

Il pres Renzi vuole profittare della tragedia di Genova

Il pres Renzi vuole profittare della tragedia di Genova, dovuta a inerzie delle amministrazioni locali, per fare approvare, per una manciata di soldi previsti da un emendamento ipocrita, il vergognoso decreto sblocca Italia che, in vista di benefici privati della cementificazione selvaggia e degli enormi interessi legati all'Alta Velocità ( seicento per cento in più di quello che costa in Francia e Spagna e Giappone), creeranno danni che si riverseranno, ampliandosi, sulle generazioni future , bruciando il nostro patrimonio territoriale con una politica che lede l'art 9 della Costituzione, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini. La ricetta per il duo Renzi Lupi è una selvaggia deregulation che privilegia il profitto privato a danno dell'interesse pubblico paralizzando le Soprintendenze e imponendo agli organi di tutela la totale obbedienza alla imprese di costruzione. L'assurdo dello sbocca Italia è che l'Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato diventerà Commissario per la costruzione di Nuove linee ferroviarie, che decide a suo arbitrio in caso di pericolo alla "tutela ambientale , paesaggistico territoriale e tutela della salute della pubblica incolumità" ( art 6 ). Con una chiara violazione della imparzialità della PA (art 97 Costituzione) e un conflitto di interessi tra controllori e controllati. L'AD delle FFSS deve essere controllato e non può controllare nulla. Mentre una montagna sta smottando in val di Susa e la terra frana per via dei lavori al traforo ( Il fatto 16 ottobre 2014). Ma cosa dicono- fatta eccezione per il prof Salvatore Settis ( Repubblica 30 settembre 2014)- i professoroni di questo scempio annunciato che intacca i principi cardini della Costituzione e della tutela del territorio? Nulla!

lunedì 13 ottobre 2014

La causa principale dell’ alluvione

La causa principale dell’ alluvione, degli allagamenti, delle esondazioni è da ricercare nella colata di cemento a cui è sottoposto il territorio genovese da decenni e nel cinismo di chi l’ha voluta e sviluppata, a quella classe dirigente politico-economica criminale, che persiste nell'arricchirsi con la distruzione del territorio, dividendosi il bottino con grandi opere , lobby e affaristi senza scrupoli e le mazzette connesse. Non a caso le zone più colpite sono la Valbisagno e la Valpolcevera, i quartieri collinari e le aree urbane a fondo delle valli genovesi. Ma è la città di Genova, da ponente a levante, a subire di nuovo i disastri voluti dalla classe politico-economica, fautrice locale di quel modello di sviluppo che sta devastando l'Italia. Nella stessa direzione va il decreto sblocca Italia del settembre 2014 che consente di derogare alle norme sulla tutela del territorio. Aggressione del territorio, disboscamenti, sfruttamento delle aree fluviali, l’urbanizzazione, con il seguito di cementificazione, di dissesto idrogeologico e costrizione delle dinamiche idrografiche naturali, l’industrializzazione, sono all’origine dell’ emergenza di Genova. Negli anni la classe politica ha trovato sempre il modo di giustificare i disastri causati con nuovi profitti e nuovi progetti distruttivi , di nascondere tutto sotto la scusa di eventi naturali imprevedibili , e senza fermare la corsa alla speculazione , continuando cinicamente a distruggere l'ambiente per trarne vantaggio. Le esondazioni dei torrenti Sturla, Scrivia, Bisagno e Fereggiano erano fenomeni prevedibili che si innestano in un contesto urbano che li determina .
A Trasta un fiume di fango dovuto alla desertificazione delle zone disboscate per i cantieri del TAV-Terzo Valico ha invaso la strada principale. Allagamenti e colate di fango diffuse in tutta la Valpolcevera, sia sul lato destro che sinistro di tutta la vallata. Laddove sorgevano i boschi e le colline di Trasta e San Quirico, sorgono ora due enormi cantieri dell’Alta Velocità, quello della “galleria Campasso” e quella della “finestra Polcevera”, voluti da COCIV con la sentita partecipazione del Comune di Genova, Regione Liguria e dello Stato italiano. Le due colline sopra Via Castel Morrone e Via Tecci stanno scomparendo e vedono la città avvicinarsi minacciosa sempre più. I loro boschi erano un argine al veloce scorrere dell’acqua, ne rallentavano la forza.  Cemento, ruspe, trivelle, camion e gallerie hanno sostituito quelle distese di alberi. E le conseguenze si sono viste. Non è la prima volta che Trasta viene colpita dai fiumi di fango dei cantieri del TAV. Così più volte nell’ultimo anno, così chissà quante altre volte ancora. Questo è solo l’inizio di una tragedia nfinita. Chi ancora avrà il coraggio di dire che le priorità di Genova sono le grandi opere e il Tav-Terzo Valico, dovrebbe vergognarsi . E l'opera costerà il seicento per cento in più di quello che costa in Francia , in Spagna e Giappone. Ma il TAV è un modo per arricchire i predoni e i governanti a spese dei cittadini che non devono dimenticare. Quanto alla magistratura, il TAR della Liguria accertò subito le irregolarità del bando di gara da parte della Regione ligure; e il Consiglio di Stato forse poteva fare a meno di affermare la competenza del TAR del Lazio, provocando un ritardo di tre anni e oltre.

domenica 12 ottobre 2014

Disobbedienza civile, senza violenza, senza scontri armati

Non credo che la crescita civile dell'Italia possa avvenire nel segno dell'inerzia di fronte alle persistenti ingiustizie sociali, inerzia millantata per armonia e pace sociale. Nè credo che le decisioni prese dal Governo siano da accettare quando sono in contrasto con i diritti inviolabili dell'uomo, come il diritto alla vita, alla salute, all'ambiente ( art 9), al lavoro, alla casa, alla scuola. La costruzione del TAV in val di Susa è contestata dalla popolazione locale. Credo che in questo caso sia consentita la disobbedienza civile, senza violenza, senza scontri armati. Lo Stato non deve trasformare i disobbedienti in nemici da punire. Solo in tal modo si evitano disastri ambientali come quello di Genova . La difesa del territorio è diritto e dovere dei cittadini prima ancora che dello Stato. Ho sempre avuto a che fare in Val di Susa con gente che lotta in modo democratico contro il TAV, in cui si è infiltrata la ndrangheta. Nella teoria del liberalismo è iscritta la logica del conflitto. Luigi Einaudi , primo Presidente della Repubblica, galantuomo conservatore, esaltava la <<bellezza della lotta>> proprio come il suo allievo Piero Gobetti. Eppure per i promotori della lotta sociale oggi non vi è indulgenza. E si invoca il rispetto della legge di stampo fascista. Per i reati contestati ai disobbedienti, che difendono il territorio da predoni , il codice prevede pene severe, sproporzionate rispetto ai beni tutelati. Pene coerenti con gli interessi contingenti del momento storico in cui furono concepite. La tutela della legalità significa rispetto delle leggi penali ma prima ancora della Costituzione e cioè rispetto dei diritti esistenziali garantiti dalla Carta. Riconoscendo che coloro che agiscono in modo democratico e non violento per la difesa del territorio e del patrimonio storico e artistico , lo fanno per un diritto, non per delinquere ma per difendere la propria dignità di esseri umani. E riconoscendo che grazie alla lotta in difesa dei diritti umani é stato possibile ridurre le disuguaglianze, con risultati insperati e benefici per i cittadini più svantaggiati. La mobilitazione e la lotta di migliaia di cittadini e dei movimenti hanno prodotto la chiusura di siti destinati a rifiuti radioattivi , come a Pittelli e a Scanzano, e di discariche abusive in cui la criminalità organizzata smaltiva tonnellate di rifiuti tossici e nocivi . Nell’inerzia colpevole delle autorità che avevano il dovere di intervenire. Occorre riconoscere che senza quelle lotte quei risultati non sarebbero stati raggiunti. D’altra parte laddove sono mancate le lotte sociali e la mobilitazione dei movimenti , lì i diritti dei cittadini non sono stati tutelati, poiché le discariche e le cave abusive gestite dalla camorra e dalla mafia che distruggono l’ambiente e ledono la salute dei cittadini continuano . La criminalizzazione dei protagonisti delle lotte sociali, condotte con durezza ma nel rispetto delle regole democratiche, non può essere consentita. La costituzione dice che è dovere dei cittadini e delle autorità rispettare la Costituzione ( art 54 Cost )

sabato 11 ottobre 2014

Solidarietà ai genovesi e a tutti i liguri per la tragedia che li ha colpiti

Solidarietà ai genovesi e a tutti i liguri per la tragedia che li ha colpiti , dovuta a errori e inerzie di chi doveva prevedere l'esondazione del torrente Bisagno, che già aveva provocato disastri e morti . Se fossero state fatte quelle opere, come era possibile, si sarebbe evitata questa tragedia . Che fine hanno fatto i fondi destinati al torrente Bisagno? E come mai il pres Renzi non visita la città colpita dall'alluvione ? E non fa qualcosa per sbloccare i fondi da destinare al risanamento ? Il Cardinale Bagnasco denunzia la vergogna delle “ burocrazie che bloccano fondi”. Renzi onnipresente dappertutto dovrebbe sollecitare interventi massicci e immediati alle amministrazioni, statali e locali. E' una tragedia che si è ripetuta per ben quattro volte , l’ultima nel 2011. E questa volta è stata anche peggiore. Gente che ha perso nuovamente tutto, il lavoro, il sostentamento, famiglie intere con bambini piccoli, che dovrebbero ancora una volta ricominciare la propria attività. Alcuni non saranno più in grado. I soldi destinati all'Alta velocità e al Mose, siano stornati per l'aiuto immediato alle famiglie bisognose di Genova e della Liguria. Le bombe d'acqua fanno vittime dove esistono problemi idrogeologici, aggravati dallo sfruttamento selvaggio del territorio. Sul dissesto idrogeologico c'è un ritardo di molti anni , ma occorre spendere le risorse che ci sono già, impegnarne delle altre, fare interventi strutturali, nonostante i ricorsi. E non perdere tempo con devastante decreti, come lo sblocca Italia, che, come ha detto Salvatore Settis, favoriscono la distruzione dell'ambiente e del territorio.

venerdì 10 ottobre 2014

La iniqua riforma dell'istruzione (Renzi-Giannini 2014)

Condivido la protesta degli studenti contro la iniqua riforma dell'istruzione.    Che  non poteva essere di qualità eccellente tenuto conto del  livello culturale dei due riformatori  autori  del pasticcio,  Matteo Renzi e  Stefani Giannini. L'idea di trascurare la scuola  pubblica  e di   finanziare  la scuola privata  , sottraendo risorse alla scuola dello Stato  con gravi ripercussioni sui meno abbienti,   è inaccettabile e contraria alla Costituzione.  Non può trasformarsi la scuola  pubblica  in una impresa  soggetta  alle leggi del mercato e dell'efficientismo.  Essa si pone in netto contrasto con l'art 33 della Costituzione , secondo  cui  la Repubblica istituisce scuole statali ( gratuite) per tutti gli ordini e gradi, e con l'articolo 34, che premia i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, avendo essi diritto di raggiungere i gradi alti degli studi”. Non solo: la riforma  dimentica che  la Repubblica non si ispira a principi utilitaristici, ma rimuove  gli ostacoli di ordine economico e sociale che , limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono a tutti i lavoratori la piena partecipazione  alla organizzazione politica economica e sociale dello Stato( art 3). E  dimentica che lo Stato è una grande organizzazione  che deve tendere all'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale. Oggi è un fatto che  la maggior parte degli studenti universitari proviene dalle classi sociali più abbienti mentre dai lavoratori manuali proviene una minoranza esigua che non supera il 10%. “Così  il monopolio della ricchezza – diceva  Piero Calamandrei-  porta fatalmente al monopolio della cultura, sicché le scuole medie ed universitarie, sbarrate agli ottimi quando sono figli di poveri, si riempiono di mediocri e anche di pessimi”. Che diventano pessimi professionisti, magistrati e politici. Viene così a mancare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie, tra cui non rientra quella italiana, il rinnovamento della classe politica dirigente, che non rimane una casta chiusa, come è oggi,  ma è la espressione aperta e mutevole delle forze  più giovani e meritevoli della società. Può così accadere che politici squalificati  in contatti con  esponenti della mafia, esaltati talvolta   come simboli di coraggio e di  lealtà ,  diventino modelli di vita negativi per gli studenti . Ed è proprio  in questo cristallizzarsi  del potere politico in una  maggiore minoranza ,  privilegiata e arrogante, la ragione del declino della classe dirigente italiana, esaltata da media asserviti e da cortigiani  ed intellettuali senza nerbo e senza dignità. Ed è proprio qui da ricercarsi la causa più profonda del trionfo del nuovo fascismo che si ammanta di  democrazia, in questa fiacchezza , in questa anemia, in questa indifferenza popolare. La sola speranza di riscatto viene  dagli studenti medi e universitari e dai docenti, offesi nella loro dignità, non condizionati dal  ricatto di un governo insolente e prepotente . Non c'è da meravigliarsi che nella nostra democrazia  malata non accada che la scelta dei governanti cada su persone intellettualmente meglio dotate, ma su mediocri che ignorano cosa sia il bene comune. Mentre aumentano le ingiustizie sociali e le nuove povertà. E si tende a privilegiare una scuola  riservata alle classi benestanti, che ignorano la storia del nostro Paese. Ma se solo   agli appartenenti a certe classi  sociali è dato di farsi strada ed emergere, mentre  in altre categorie l'intelligenza è costretta, per mancanza di risorse e  della istruzione idonea, a rimanere occulta  e socialmente inoperosa  e sacrificata, allora la democrazia declina e con essa la libertà e la giustizia sociale. Laddove le scuole costano e può frequentarle solo chi può sostenerne il costo, l'istruzione si risolve in un privilegio economico, che è anche un privilegio politico. E attraverso il potere economico discriminatorio della  istruzione , il governo democratico aperto a tutti i meritevoli diventa il governo dei ricchi, ignoranti e arroganti. Ed é questo  privilegio economico e dunque politico dei ricchi che la riforma  Renzi-Giannini tende a garantire a scapito dei non abbienti. Di tutti i privilegi che la ricchezza conferisce  agli abbienti, anche se  incapaci, quello della istruzione è il più ingiusto, odioso e pericoloso. L'uomo non può esser capace di accedere alle cariche elettive se non gli garantisce una educazione sufficiente  per prendere coscienza di sè, per alzare la testa dalla terra, e per intravveder fini più alti che non siano quelli di saziare gli stimoli della fame. Ed è questo privilegio della istruzione che costituisce l'obiettivo del governo. La battaglia della difesa dell'autonomia della scuola  dall'invadenza del governo, che tende ad eliminare ogni forma di dissenso e di opposizione al pensiero unico dominante, è cruciale per la difesa della democrazia e della libertà. Dopo l'asservimento del sistema mediatico TV e della carta stampata, che  esalta il Presidente del Consiglio, dopo  il nuovo conformismo degli intellettuali, alla ricerca di protettori, il solo comparto da soggiogare resta la scuola pubblica. Ma gli studenti non resteranno soli in questa battaglia che è difesa della democrazia e della libertà di tutti.

L'orrendo decreto legge 133 del settembre 2014 cd sblocca Italia è un mostro a più teste

L'orrendo decreto legge 133 del settembre 2014 cd sblocca Italia è un mostro a più teste partorito dalla fantasia distorta del governo Renzi Il Ministro Maurizio Lupi, che rappresenta l'apologo del saccheggio dell'Italia, considera il territorio come risorsa passiva da sfruttare con colate di cemento. Ma il decreto vuole anche rilanciare la mostruosità dell'Alta Velocità in Toscana e Val di Susa, perforare il tunnel di Chiomonte , devastare il territorio fiorentino, distruggere la scuola pubblica a vantaggio della privata, cementificare il territorio in sfregio della tutela del patrimonio storico e artistico della nazione. E salvare con legge illegittima, perchè contraria alle direttive europee e a decisione della Corte di Giustizia europea, gli imputati di traffici e associazioni per delinquere davanti ai magistrati toscani e piemontesi che hanno contestato il traffico di rifiuti nocivi contro criminali in sinergia con corrotti e politici della maggioranza.Questo decreto rischia di trasformare il Piemonte , la Lombardia e la Toscana in altrettante terre come la Campania , devastate dall'inquinamento da rifiuti tossici nocivi gestiti dal crimine organizzato. Cui si aggiunge, secondo Raffaele Cantone, il riciclaggio, poichè le formule di finanziamento non garantiscono la trasparenza sulla provenienza dei fondi . Esprimo la mia ammirazione al popolo della Val Di Susa per il coraggio civile, la determinazione e la forza dimostrate nella difesa del loro territorio, che è patrimonio dell'umanità, nonostante l'assenza delle forze politiche con poche eccezioni. Il Presidente della Repubblica dovrebbe fermare questo scempio bocciando un decreto incostituzionale per contrarietà all'articolo 9 e dell'art 33 della Costituzione e violazione dell'art 76, per assenza nel decreto dei principi e criteri direttivi e la mancanza di oggetti definiti.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi