L'ASSALTO ALLA DEMOCRAZIA - FINAL CUT
Il taglio drastico alle intercettazioni. L'attacco portato a magistrati e investigatori da quegli stessi personaggi oggetti delle loro indagini, e che oggi siedono su alte poltrone istituzionali. Infine l'assalto a Costituzione e democrazia.di Ferdinando Imposimato
(Articolo pubblicato su La Voce delle Voci - Marzo 2009)
Il disegno neofascista della maggioranza di governo sta andando avanti
a pieno ritmo senza ostacoli: nessuno si accorge che le nuove leggi su
giustizia e stampa sono incostituzionali e rappresentano un duro colpo
alla democrazia. Il loro scopo recondito e' quello di ridurre i
controlli di legalita' e la capacita' investigativa della magistratura.
E quello di evitare il controllo delle indagini su questioni scottanti
da parte della pubblica opinione. La gente - distratta dalla vicenda
Englaro, che ci distoglie dalla gravissima crisi in atto - non deve
sapere nulla dei rapporti tra mafia e politica, ne' della corruzione
che coinvolge il presidente del Consiglio nel processo che ha visto la
condanna dell'avvocato britannico David Mills.
L'attacco alla residua liberta' di stampa e' in pieno sviluppo con la
connivenza dei maggiori organi d'informazione, i quali fingono che
tutto sia normale. Eppure persino il Sole 24 ore, quotidiano di
Confindustria, parla di «censura della informazione», dopo la
previsione della reclusione dei giornalisti per la pubblicazione di
notizie non pertinenti alle indagini.
COLPO SU COLPO
Il primo passo dell'offensiva fu la legge sulle Pay Tv, che tendeva a
penalizzare Sky. Silvio Berlusconi, in palese conflitto di interessi,
essendo presidente del Consiglio e proprietario di Mediaset, tutelo' se
stesso e non il diritto collettivo ad una informazione libera e senza
costi eccessivi. E diede il primo colpo alla liberta' d'informazione di
milioni di cittadini, oggi garantita praticamente solo da Sky,
imponendo una tassa a carico dei piu' poveri, che non potranno essere
piu' informati sui loro diritti e sul malaffare dilagante.
Il secondo colpo lo ha inflitto con la legge sulle intercettazioni,
prevedendo limiti temporali anche per delitti gravi come omicidi e
sequestri, con un serio pericolo per la sicurezza e la civile
convivenza. Eppure l'esperienza dovrebbe insegnare qualcosa. Negli anni
settanta riuscimmo a debellare i sequestri di persona proprio grazie
alle intercettazioni telefoniche, mediante le quali fu possibile
colpire gruppi criminali internazionali affluiti a Roma da ogni parte
del mondo; e riuscimmo a liberare ben dieci ostaggi neutralizzando
delinquenti pericolosi che avevano diramazioni in ogni parte d'Italia.
Prevenimmo inoltre alcuni sequestri di persona gia' sul punto di essere
eseguiti: tra le vittime designate c'erano la figlia di Maria Sole
Agnelli, che era pedinata da mesi, ed il figlio dell'allora presidente
della Lazio Lenzini. Individuammo alcune prigioni in cui erano detenuti
da mesi bambini di 10 anni. Mai saremmo stati in grado di scoprire gli
autori dei sequestri e le prigioni, per via dell'omerta' e del terrore
che impedisce di trovare testimoni in grado di dare notizie. Lo stesso
accadde per il traffico internazionale di eroina, debellato grazie ad
intercettazioni protrattesi per mesi e anni. Nessuna indagine
tradizionale avrebbe portato alla scoperta di associazioni
transnazionali impegnate nei traffici di esseri umani che spesso hanno
avuto risvolti corruttivi nelle ambasciate e nel ceto politico.
Ancora. La pubblica opinione non sa che e' stata varata una legge di
riforma del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, che viene
privato dei poteri di governo dei magistrati contabili in favore del
presidente, passato al servizio del premier, in vista della imminente
pensione. E di questo colpo di mano che anticipa l'attacco al Csm
nessuno, tranne Antonio Di Pietro, si e' accorto. E dove sono tutti i
soloni al servizio di D'Alema, Veltroni e compagnia cantando? Una volta
ottenuta la poltrona in parlamento, sono scomparsi!
In questi scenari devastanti, la pubblica opinione e' assente poiche'
non correttamente informata del pericolo per la propria sicurezza e
della minaccia per la democrazia. I cittadini sono ignari di cio' che
accadra' per il deficit di informazione e di giustizia. D'ora in poi
sara' ben difficile, per non dire impossibile, che i singoli cittadini
riescano ad avvalersi in modo consapevole dei propri diritti politici.
TUTTI I TRUCCHI
Per complicare le cose e' stato escogitato un altro espediente. Che
riguarda la vanificazione delle intercettazioni con diversi sotterfugi.
Prima della nuova legge il pubblico ministero chiedeva al giudice per
le indagini preliminari (il gip) l'autorizzazione ad intercettare su
determinate persone tutte le utenze (casa, cellulari), quindi il gip
valutava ed autorizzava l'intercettazione, che poteva durare quindici o
venti giorni al massimo; se necessario, poi, lo stesso gip vagliava
ulteriori circostanze e, sussistendo gli elementi, concedeva la
proroga. Poteva concederne di diverso tipo: se un'indagine dura sei
mesi era assurdo che le intercettazioni non potessero durare
altrettanto, anche perche' molto spesso i reati si protraggono nel
tempo. Non c'e' nessun criminale che si dia un termine ultimo per un
reato. Puo' essere che la progettazione di una strage vada avanti per
mesi, che un sequestro di persona continui anche per anni. Si puo'
mettere per iscritto la durata di una intercettazione? No, perche' i
criminali non mettono per iscritto la durata del loro reato.
L'intercettazione, insomma, deve durare almeno quanto dura il reato e
magari di piu', visto che ci sono persone che parlano del reato molto
tempo dopo averlo commesso.
Da oggi non bastera' un gip: per poter disporre intercettazioni ed
eventuale proroga ci vorra' un collegio di tre giudici. Certo, se
avessimo cinquantamila giudici, si potrebbe fare. Ma ne abbiamo
diecimila, e ci sono molti tribunali - ottanta, quelli piccoli - con
meno di venti magistrati. E qui sorgono altri gravi problemi: se un
magistrato e' giudice per le indagini preliminari, non puo'
contemporaneamente fare anche il gup, cioe' il giudice per l'udienza
preliminare, per il rinvio a giudizio o per i riti abbreviati. Poi ci
sono i giudici del riesame, che sono tre e decidono su arresti,
sequestri, perquisizioni. E ancora, ci sono i giudici che portano
avanti i processi in composizione collegiale. Se esistono trenta
magistrati in tutto un tribunale, e' evidente che cresceranno fino alla
paralisi le catene delle incompatibilita'. «Non puo' decidere sulle
intercettazioni di Tizio chi lo ha gia' arrestato». «Non si puo'
pronunciare sul sequestro delle carte chi ha gia' deciso sulle
intercettazioni». «Non puo' giudicare in aula se era il gip».
Ma il ministro della Giustizia anziche' occuparsi del funzionamento dei
tribunali, vara riforme per ostacolare le indagini e cambiare le
carriere dei giudici, attaccare i magistrati e lasciare le cose come
stanno sulle circoscrizioni giudiziarie, risalenti a 180 anni fa. Con
la vergogna di una citta' come Caserta senza tribunale. E di piccoli
centri come Sant'Angelo dei Lombardi e Barcellona Pozzo di Gotto sedi
di tribunale.
Il ministro Angelino Alfano dovrebbe far funzionare la giustizia: dare
le stampanti, la carta, le fotocopiatrici, le volanti alla polizia
giudiziaria, gli uffici, le sedie, mettere i puntelli dove crolla il
tribunale. E dovrebbe dare i soldi per le intercettazioni. Il bilancio
del ministero e' positivo, sia per spese di giustizia che gravano sui
cittadini e sia per le grandi quantita' di beni confiscati alla
criminalita' organizzata: si tratta di miliardi di euro provenienti
dalla mafia e dalla camorra.
Un ministro indipendente, autenticamente impegnato nel risanamento,
rivoluzionerebbe la geografia dei tribunali italiani, prenderebbe
quelli piccoli, li cancellerebbe e li accorperebbe almeno nei
capoluoghi di provincia, per evitare di avere microtribunali dove i
giudici dovrebbero fare tutto e invece non possono fare niente perche'
risultano incompatibili. Speriamo che nessuno faccia emendamenti
migliorativi, perche' peggio e' questa legge, piu' abbiamo speranze che
venga incenerita dalla Corte Costituzionale.
spie e microspie
Altra anomalia. Le intercettazioni ambientali d'ora in poi potranno
essere disposte solo se si ha il fondato sospetto che si stiano
commettendo dei reati. Una pura assurdita': come fai a sapere prima se
in un certo luogo si commettono reati? L'importante e' invece poter
seguire un individuo sospetto che frequenta certi luoghi dove parla al
telefono o con degli amici. Un capo mafia a casa sua non strangola la
gente, a casa sua magari riceve qualcuno e insieme a lui parla di
appalti da truccare o negozi da taglieggiare. Pensate a quante volte
viene messa la microspia dentro l'auto di un tizio: mica quello
commette delitti dentro la macchina! C'e' la speranza che parli con
qualcuno. E riveli notizie utili alle indagini.
In un'autoscuola di Palermo furono scoperti uomini di Bernardo
Provenzano che facevano gli istruttori di guida e si chiudevano dentro
le auto per parlare di cose riservate, senza sapere che dentro c'erano
le “cimici”. In auto non commettevano reati, ma parlavano di come
dovevano sostenere alle elezioni Marcello Dell'Utri, candidato alle
europee nel 1999. Bene, d'ora in poi se non si ha un elemento concreto
che in un certo posto sta per svolgersi un crimine, non si potra' piu'
piazzare una microspia.
Ma la cosa piu' grave di questa legge riguarda le condizioni per
disporre le intercettazioni. Quali sono i requisiti, quali sono i
limiti? Oggi il gip le dispone su richiesta del pubblico ministero
soltanto se ci sono elementi che fanno ritenere quella misura
indispensabile per il proseguimento delle indagini. Da domani
occorreranno fin da subito “gravi indizi di colpevolezza” a carico
della persona da intercettare. Vuol dire che devi gia' avere prove
contro di lui. In un'indagine di omicidio o sequestro di persona, devi
insomma gia' conoscere il colpevole; e puoi intercettare soltanto lui.
Ma l'intercettazione e' sempre servita per scoprire il colpevole! Ora
non piu': prima devi scoprire il colpevole, poi puoi fare
l'intercettazione. E se hai scoperto il colpevole lo arresti, non lo
intercetti!
RUTELLI IN CONFLITTO
La demonizzazione di Gioacchino Genchi, consulente di Luigi De
Magistris, non ha senso. Genchi e' stato convocato dal Copasir, il
comitato di controllo sui servizi segreti guidato da Francesco Rutelli,
uno che avrebbe almeno due motivi per non presiedere - o almeno per
astenersi in questo periodo dal presiedere - il Copasir: era in
contatto telefonico con Antonio Saladino, principale indagato di Why
Not, e a Napoli risultano suoi contatti attraverso il rutelliano Renzo
Lusetti con Alfredo Romeo, l'imprenditore che sta in carcere per gli
appalti della Global Service.
Placidamente Rutelli, invece, giorni fa ha interrogato come capo del
Copasir De Magistris e Genchi. De Magistris ha indagato su Saladino
scoprendo fra l'altro i rapporti telefonici con Rutelli. Ma De
Magistris e' anche lo stesso giudice oggi in forze al tribunale del
riesame di Napoli che ha confermato gli arresti per Romeo, scrivendo
quello che risulta nell'indagine: Romeo aveva rapporti, ancora tutti da
chiarire, con Francesco Rutelli.
Tutti i giornali avevano raccontato di questi rapporti fra Romeo, la
Margherita, Lusetti e anche un incontro con Rutelli. Non dimentichiamo
che Romeo, pur essendo gia' stato arrestato e condannato in primo e
secondo grado per corruzione negli anni Novanta, finanziava la
Margherita ed Europa, il giornale della Margherita. Rutelli aveva
accettato, o forse non l'avevano informato, il che sarebbe molto grave,
che il suo partito prendesse soldi da uno che era noto come un
corruttore di politici, gia' nella Prima Repubblica. Dopo che Rutelli e
gli altri del Copasir hanno torchiato De Magistris e Genchi a proposito
dell'archivio dei tabulati telefonici, i giornali invece di segnalare
il grave conflitto di interessi hanno scritto che erano emersi fatti
gravissimi...
Il vero problema e' che se non si puo' piu' intercettare nessuno (a
meno non si sia gia' scoperto che e' colpevole), noi cittadini saremo
molto piu' esposti ai crimini. Ed alla corruzione. Anzi, quando i
criminali sapranno che la nuova legge e' questa, commetteranno molti
piu' delitti perche' non avranno piu' nemmeno quel po' di paura che
hanno oggi di essere presi.
STUPRI, SEMAFORO VERDE
Questo e' quello che succedera'. Pensate al caso degli stupri nel Lazio
negli ultimi giorni: hanno scoperto molti dei violentatori
intercettando le comunicazioni telefoniche e incrociando i tabulati,
esattamente quello che fa Genchi. Se il gip, per intercettare i
presunti stupratori, avesse dovuto aspettare che il pm gli desse la
prova o il grave indizio di colpevolezza a carico di quei soggetti, non
sarebbero stati sotto intercettazioni e sorpresi. In piena liberta',
avrebbero gia' colpito altre ragazze.
Come non sospettare che decine di parlamentari della maggioranza,
essendo stati condannati, siano diventati nemici acerrimi dei
magistrati e rifiutino il controllo di legalita', seguiti a ruota da
quelli della fasulla opposizione, anche essi accusati di gravi crimini?
Il problema e' che esiste un accordo trasversale per neutralizzare le
intercettazioni. E delegittimare i magistrati.
LE LEGGI CRIMONOGENE
L'attacco alla legalita' va avanti anche in materia finanziaria. Dopo
che le banche ne hanno combinato di tutti i colori truffando
impunemente milioni di ignari cittadini, in violazione della legge
penale e della Costituzione, che impone alla Repubblica di tutelare il
risparmio; dopo la vergogna delle scalate bancarie che ha visto
coinvolti centro destra e centro sinistra in un assalto banditesco ai
risparmiatori, la risposta di questo Governo e' una legge che permette
di depredare i cittadini. E come sempre l'opposizione tace. Parliamo di
un provvedimento destinato a provocare migliaia di esecuzioni forzate
contro i piu' deboli ed indifesi, che saranno privati delle loro case.
Il 28 gennaio scorso e' stato infatti ridotto per legge a soli 5.000
euro il limite (precedentemente fissato a 8.000) per l'attivazione
delle procedure di esproprio immobiliare a carico di coloro che sono in
debito col fisco. La norma, denominata “Misure di contrasto
all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e
finanziaria”, porta un titolo menzognero e demagogico: si da' in
pratica la possibilita' agli agenti riscossori di espropriare gli
immobili per un importo piu' basso di prima. Bastera' un debito di 5000
euro per esseri privati di un bene primario come la casa. E si
dimentica che il diritto alla casa e' inviolabile e come tale va
tutelato assai piu' delle banche usuraie e truffatrici.
E che dicono i giornali e le tv, impegnati a narcotizzare la pubblica
opinione con i reality e i festival, su questa ennesima vergogna?
Nulla. Tacciono e, cosi' facendo, assentono.