domenica 15 dicembre 2013

Governabilità alternanza e spending review

[15/12/2013] di Ferdinando Imposimato

Matteo Renzi  lancia la sfida; rinunzia subito al finanziamento pubblico dei partiti se il M5S approva la riforma elettorale in senso maggioritario.   Il Movimento dovrebbe cogliere la palla al balzo e accettare l'accordo rilanciando. La legge elettorale maggioritaria garantisce l'alternanza, cardine della Democrazia. Certo se si votasse oggi,   il PD che è al 30% si avvantaggerebbe, ma domani potrebbe essere il M5S  il partito di maggioranza relativa e guidare il Governo del Paese. Non guardare al domani ma al dopodomani. Il finanziamento pubblico dei partiti è stato causa di corruzione trasversale a tutti i partiti, con leader che hanno acquistato case e tenute e sottratto fondi senza alcuna sanzione, poichè i partiti  non sono  soggetti pubblici ma privati.  Anche   la promessa di Renzi sembra difficile  da  mantenere. Troppe le resistenze interne e leggi  in senso contrario.  Vorremmo sapere cosa pensa Renzi  del tesoretto di  54 milioni di euro che spetta ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, rinnovato fino al 2015, come risulta dalla relazione al bilancio di previsione 2013 dei senatori PD. Di questa somma Renzi sa niente? O parla per propaganda sperando in un rifiuto di Beppe Grillo, che sarebbe sbagliato? 

Il M5S potrebbe rilanciare magari chiedendo la tassazione dei capitali all'estero, del patrimonio  commerciale della Chiesa in Italia ( un quinto di quello nazionale) e la riduzione degli scandalosi maxi stipendi , oltre che delle enormi  spese senza controlli esterni di Quirinale, Camera , Senato e Corte Costituzionale.   E  soprattutto si potrebbe proporre  la riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, che gioverebbe ai lavoratori e alle piccole e medie imprese . Oggi le tasse  sul lavoro sono di  circa due terzi  della somma  pagata dalle imprese, mentre nei paesi europei  sono di un terzo .  I due terzi vanno ai lavoratori. Il lavoro è  risorsa primaria per lo sviluppo. E' la ricchezza  più grande del nostro popolo e la sua tutela interessa tutti, lavoratori e non. Il sistema che equipara il lavoro a una merce va combattuto; esso comporta una continua riduzione della retribuzione per via di una crescente offerta di lavoro dovuta all'aumento della  disoccupazione.  Compito della Repubblica è promuovere le condizioni per rendere effettivo   il diritto e fare in modo che ogni lavoratore abbia una retribuzione che lo liberi dal bisogno e gli consenta di dedicarsi al proprio miglioramento spirituale per esercitare in modo responsabile i propri diritti politici. Il progresso tecnologico, che oggi  provoca ulteriore disoccupazione, deve produrre  un'attenuazione della fatica e una più larga diffusione del lavoro per tutti, con una maggiore possibilità per i lavoratori di esercitare i loro fondamentali diritti politici. Questo è possibile solo con un'economia  orientata verso la riduzione del lavoro e la creazione di nuovi posti di lavoro:  meno lavoro per tutti, più lavoro per tutti. Questo già accade in Francia e in Germania da molti anni, con un orario settimanale di 35 ore, e uno sviluppo economico superiore a quello  dell'Italia.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi